17 Dicembre 2023

Gianmarco Piacenti: “Una seconda chance per cinque detenuti: un aiuto anche per Prato” VIDEO


 

 

Il Pratese della domenica di oggi è Gianmarco Piacenti, 58 anni, presidente dell’azienda che porta il cognome della sua famiglia ed è specializzata nel restauro di beni culturali. Di Piacenti non leggerete un’intervista tradizionale, con domande e risposte. Ascolterete la sua voce nel video allegato, assieme a quella di Flavia Filippi, giornalista de La 7, donna di grande cuore. Da alcuni anni Flavia ha trasformato in opere la sensibilità che nutre verso un grave problema sociale: il recupero e la riabilitazione dei detenuti, il loro durissimo rientro nella vita, una volta pagato il conto. La Costituzione utilizza parole bellissime su questo tema, all’articolo 27. Flavia ha cercato di attuarle una ad una. Ha fondato un’associazione dal nome profetico, “Seconda chanche” ed ha tempestato l’Italia di informazioni, inviti, sollecitazioni alle aziende ad assumere detenuti a fine pena, vicini al ritorno all’esistenza libera affinché quell’esistenza sia anche dignitosa, grazie al lavoro. E ha fatto pressing, Flavia, sul sistema carcerario affinché elimini ogni barriera mentale e burocratica che impedisca di attuare l’articolo 27, che trattenga in carcere ogni detenuto che ha diritto di uscirne per lavorare.

Giammarco Piacenti (a sinistra) presidente di Piacenti Spa, con Stefano Fabbri, referente di Seconda Chance in Toscana, dopo la firma dell’accordo di collaborazione

Il progetto umanitario di Seconda Chanche ha vissuto ieri, 16 dicembre 2023 uno dei giorni più belli grazie a Prato. Grazie alla Piacenti spa che ha assunto tutti assieme cinque detenuti delle carceri toscane di Pianosa e Prato e della colonia penale di Gorgona, per avviarli al lavoro.

La notizia è uscita ieri sul web, radio, tv e oggi la leggete sui giornali.
Qui, nello spazio del Pratese della domenica sta a me raccontarvi i retroscena di questa operazione edificante e speriamo esemplare per altre aziende, altre carceri, altri detenuti. Ed altre città: Prato in questo campo la sua parte la sta svolgendo magnificamente. Grazie a Piacenti. Grazie alla diocesi che ha appena varato il progetto “Una casa per ricominciare“.

Parlerò in prima persona, avendo avuto nell’operazione il ruolo di chi fa incontrare il fiammifero con la carta abrasiva perché scocchi la scintilla. Ma il merito è tutto e solo delle altre persone che con quella scintilla hanno squarciato il buio. A cominciare da Stefano Fabbri, giornalista a lungo capo della sede Toscana dell’Ansa, per me faro, professionale e di vita. A giugno mi spiega che ha raccolto l’invito di Flavia Filippi ed è referente per la Toscana di Seconda chanche. Ha cercato contatti con aziende di Firenze ed altre sedi. Mi chiede di aiutarlo a Prato. Chiamo tre imprenditori, tutti sensibili, aperti. Piacenti è già avanti: “Stavo pensando di scrivere al ministro. Ci sono ancora troppi nodi sul lavoro dei detenuti, spero si sblocchino”.

Quando accompagno Stefano Fabbri nell’ufficio di Piacenti la speranza è l’assunzione di un detenuto della Dogaia nel laboratorio di via Marradi. Un viatico, insomma. Piacenti sorprende. Dal pc proietta sullo schermo foto di cantieri col mare sullo sfondo: Pianosa. Mostra scorci di Gorgona che ha visitato da turista. Stefano si stropiccia gli occhi. Mi lancia un’occhiata incredula. Gianmarco ha idee chiare: far lavorare i detenuti di Pianosa al restauro in corso delle Terme di Agrippa; racconta di precedenti assunzioni di personale dal carcere; di rapporti lavorativi ed umani. Non è una scintilla, è subito un fuoco.

Fuori dal cancello Stefano mi abbraccia gioioso. Gli dico che quello che ha incontrato non è solo un imprenditore speciale. È un aspetto di Prato, città che tutti accoglie senza chiedere da dove si arrivi. Né cosa si abbia alle spalle. La disponibilità della direzione del carcere alla collaborazione con le imprese, l’accoglienza di Ance Toscana Nord contattati a parte fanno ben sperare.

Dal primo incontro con Piacenti ne sono seguiti altri, in particolare con Monica Sarno, responsabile del trattamento del Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria di Toscana e Umbria, funzionaria pragmatica, dritta alla mèta. Incontri per doveri di procedura e per il piacere di conoscersi. Compreso il viaggio da turisti in mezzo ai turisti a Gorgona, colonia penale dove la detenzione è a misura d’uomo. E che ti accoglie in porto con le parole della Costituzione impresse su una facciata, a toccare corde morali e civili. Oggi Piacenti diventa emblema di un modo socialmente sostenibile di fare impresa, perché esiste un green umano, non solo ambientale. E Prato si conferma città aperta, disponibile, di ampie vedute. E dove non è un caso se Le Carceri è anche il nome di una chiesa, bellissima e geniale.

 

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disegno di Marco Milanesi

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