14 Dicembre 2023

Piazza San Niccolò, sempre attese all’uscita di scuola: ieri le ragazze, oggi i nipoti in doppia fila

Auto a rischio multa a due ore dalla fine delle lezioni. Caos e inquinamento. L'ipotesi bus privato


 

 

 

Piazza San Niccolò, alla quale Tv Prato dedica il focus settimanale, si anima da sempre e quasi esclusivamente grazie alle uscite da scuola. Negli anni Settanta, con rapido rinnovo generazionale, nel giardino della piazza ho visto, talvolta partecipandovi, alternarsi compagnie di ragazzi con l’obiettivo di farsi notare all’uscita dell’unica scuola interamente femminile della città, dove per loro non c’era concorrenza “interna”. Intercettando le ragazze più grandi e autonome, che inforcavano il Ciao o salivano in Vespa, meglio se in due. O scambiando sguardi di illusoria intesa e solo quelli, con le più giovani, prima che sparissero nelle auto (poche) di babbi e mamme. Lì e più tardi davanti al Rodari di via Zarini, quando Prato acquisì l’indirizzo statale pedagogico, gli universitari aspettavano con trepidazione l’uscita dalla maturità, magari dopo aver confidato alle ragazze qualche dritta in italiano, latino, matematica, dettata da esperienza, vera o inventata. I maschi (posso ancora chiamarli così?) esercitavano l’allora sempiterna missione che Franco Battiato avrebbe nobilitato rievocando “le serenate all’istituto magistrale” come struggenti capisaldi di un’epoca.

 

San Niccolò

Anche oggi piazza Cardinale Niccolò vive aspettando le uscite da scuola. Attese non più romantiche fra coetanei, ma un po’ esasperate fra generazioni. Nonne (chissà se qualcuna era fra le ragazze concupite allora). che partono da casa alle 14.15 per essere pronte a riprendere nipoti che escono alle 16, sorbendosi un’ora e mezza sole in auto, spesso in doppia fila. Nonni meno allarmati parcheggiano invece in piazzale Ebensee e tornano all’auto col bimbo, senza timori di camminare, anche in caso di pioggia. Con il Conservatorio proprietario in pratica di ogni edificio che si affaccia a ferro di cavallo sui giardini di San Niccolò, l’accesso alla piazza è “privatizzato” con dissuasori che si alzano e abbassano solo al (tele) comando di autorizzati. Ovvio che all’ora delle campanelle la zona sia un caos. Un caos per niente calmo, di cui lo scrittore Sandro Veronesi dà una suggestiva spiegazione di tipo sociale.
Non va dimenticato che San Niccolò è la terza scuola che s’incontra lungo l’asse che da via Carbonaia tocca il Cicognini, la Cesare Guasti e si getta in via della Misericordia verso porta al Leone. Delle tre, la Guasti è la sola scuola di riferimento per il quartiere. I bimbi che la frequentano vivono in centro e vanno e vengono senza pericoli dalle case, facili da raggiungere camminando, ma complicatissime in auto.

Permettete un ricordo: a nove anni andavo a piedi, da solo, alla Guasti da fuori piazza San Marco. Intorno a casa qualche campo e molte fabbriche, presto abbattute per rinascere supermercati e banche; intorno a scuola strade e palazzi da secoli uguali a se stessi. Al rientro, con minor fretta, cambiavo itinerario per scoprire di più del centro. Leggevo due città: una gelosamente sempre uguale a se stessa; una in quasi feroce cambiamento. Camminare era una seconda scuola. Scuola di vita, dopo quella del banco.

Il cortile interno di San Niccolò

Cicognini e San Niccolò hanno iscritti da tutta la città e fuori. Impensabile raggiungerle a piedi, soli o accompagnati. Ma se ogni scelta comporta una rinuncia, se si offre a bimbi e ragazzi di crescere in quel ben di Dio (parole sante in ogni senso) di storia e di arte, fra refettori affrescati, cortili ariosi, luoghi dannunziani e il gioiello.della Scala Santa, non si può pretendere il confort automobilistico di chi frequenta anonimi istituti in vetro e cemento con ampi parcheggi lungo viali (ma anche lì regnano caos e proteste).

Camminare almeno fino al prossimo parcheggio significa capire perché quelle due scuole piene di storia son sorte lì, dove la città murata ha visto nascere conventi e chiese, luoghi di fede e carità, sedi di accudimento come l’ospedale. E le scuole. E nessuna fabbrica. Una passeggiata insomma insegna a diventare cittadini, nel senso di pratesi.

Spiace che un’educatrice come la preside del San Niccolò veda nel transito di bus in doppio senso davanti a scuola un ostacolo e non un’opportunità. Pur denunciando, chi scrive, i limiti evidenti dell’attuale servizio di trasporto pubblico. Bus, se non di linea almeno privati, organizzati dalla scuola per riportare i bimbi a casa o a ricongiungersi rapidamente ai parenti in un grande parcheggio scambiatore allevierebbero il caos, insegnando ai bambini a diventare cittadini nel senso di cittadini del mondo. Immagino che sui banchi verrà stimolata in ogni materia la coscienza ambientale. Perché allora sconfessare tutto a fine lezioni, immergendo i bimbi fra centinaia di auto strombazzanti e aria pesante?

 

Mariella Carlotti

Con la preside Carlotti condivido invece l’impulso a valorizzare vicolo del Tignoso, anche se l’auspicata connessione alla viabilità, attraverso via Duccio, rischierebbe di ingolfare lo scorrimento all’ingresso da Porta Pistoiese. Il vicolo ha un nome antico e un cancello mantenuto sempre aperto e trasuda storia minuta. Una storia che spero qualche autorità preservi con un vincolo, impedendo la rimozione di quella barriera in ferro in cambio di due banali. per quanto preziosi posti auto. Con quel nome e quella barriera il vicolo era lì ad ammonirci che un giorno a causa di un morbo avremmo eretto cancelli sulle nostre bocche, alle soglie delle case, dei luoghi di lavoro. Cancelli ovunque, reali e immateriali. Vicolo del tignoso è quasi un un involontario monumento a quei giorni sofferti. Rispettiamolo com’è.

 

 

Buongiornoprato@tvprato.it

 

disegno di Marco Milanesi

 

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