26 Gennaio 2024

Addio a Giuliano Gori, collezionista che ha portato i grandi dell’arte contemporanea a Prato

La sua Fattoria di Celle a Santomato è uno dei più importanti esempi di arte ambientale


E’ morto Giuliano Gori, imprenditore, mecenate e collezionista d’arte pratese di rango internazionale che ha legato il suo nome alla fondazione e alla vita del Museo Pecci e alla presenza di tante opere d’arte contemporanea ospitate e donate alla città di Prato. Classe 1930, la passione per l’arte e in particolare per i nuovi linguaggi artistici lo ha portato fin da giovane a frequentare numerosi artisti delle nuove tendenze creative, consentendogli di coltivare negli anni un inestimabile patrimonio di amicizie, che lo ha portato a costituire la sua collezione d’arte contemporanea privata. Nei primi anni Settanta ci fu il trasferimento della collezione negli spazi interni ed esterni della Fattoria di Celle, a Santomato di Pistoia, dove Gori trasferì la residenza di famiglia e avviò il progetto di Arte ambientale che gli è valso nel 1996 il riconoscimento quale premio come il miglior parco privato italiano da parte dell’Associazione Internazionale degli Architetti Paesaggisti.
A Gori sono legate numerose esposizioni e acquisizioni di opere d’arte al patrimonio pubblico. Al suo impegno si deve l’arrivo a Prato della Forma squadrata con taglio di Henry Moore, divenuta simbolo iconico della vocazione contemporanea della nostra città. Nel 2001 ha promosso e donato il nuovo assetto presbiteriale del Duomo di Prato, (altare, ambone e candelabro) progettato da Robert Morris insieme alla scultura Quattro per Donatello destinata al chiostro.
Nel 2012 ha mediato la cessione di un cospicuo numero di opere di Jacques Lipchitz al Museo Civico di Prato e alla Galleria degli Uffizi di Firenze.
Giuliano Gori ha tenuto decine di conferenze nelle università italiane e nei musei di tutto il mondo, tra cui il Louvre nel 2009.

“Con Giuliano Gori se ne va il Novecento dell’arte della nostra città e della sua relazione con il mondo – dichiarano il sindaco Biffoni e l’assessore Mangani -. Imprenditore, innovatore, amante riamato degli artisti e delle artiste, ha fatto della storica Fattoria di Celle il prototipo italiano dell’arte ambientale grazie all’intuito, alla capacità di sperimentare, alla sapienza nell’interpretare le possibilità che un luogo immerso nella natura poteva offrire. Lewitt, Cecchini, Burren, Barni, Corneli e mille altri hanno lavorato con lui e per lui in una relazione feconda e unica. Assieme a Bertini è stato decisivo per l’arrivo di Henry Moore a Prato e ancora nel 2012 grazie a lui la collezione pubblica del Museo di Palazzo Pretorio si arricchisce della donazione Lipschitz. Socio fondatore del centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, capostipite di una famiglia innamorata dell’arte contemporanea, Giuliano Gori è stato esempio inimitabile e libero. Ai figli, ai nipoti, ai familiari tutti un pensiero e un abbraccio”.

“Imprenditore e mecenate, uomo ben inserito nel mondo economico e appassionato d’arte, Giuliano Gori era, per l’ampiezza dei suoi interessi e lo spessore culturale e umano, una figura rinascimentale”. Così lo definisce Confindustria Toscana Nord, che aggiunge: “La sua scomparsa genera un grande vuoto; di lui rimangono però le tante iniziative a cui ha dato vita e le opere d’arte che ha acquisito e che fanno della Villa di Celle un luogo di straordinarie meraviglie”.
Proprio a Villa di Celle si tenne l’ultimo incontro formale che Confindustria Toscana Nord ha avuto con lui: una riunione, con anche le autorità pistoiesi, in vista delle iniziative da avviare per Pistoia Capitale della cultura. “Una occasione in cui, come sempre, il suo contributo fu lucido, informato, di grande spessore”, ricorda il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini, che assieme al Consiglio di presidenza e alla direzione di Confindustria Toscana Nord esprimono il loro più profondo cordoglio per la perdita di una figura di eccezionale valore.

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