9 Gennaio 2024

Al Pecci la presentazione del nuovo numero di “Prato Storia e Arte”

Appuntamento giovedì alle ore 18. Ci sono le sorprese e i progetti dell’avanguardia radicale: dal centro culturale dentro al Castello dell’Imperatore, agli spazi per il tempo libero alle Cascine di Tavola fino al luna park permanente in viale Marconi


L’ultimo numero di Prato Storia e Arte, la rivista per la città della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, contiene una miniera di storie, racconti e documenti carichi di fascino che da un passato, a volte lontano, proiettano il lettore nella contemporaneità. Decine di personaggi, uomini e donne, animano le pagine: da santa Maria Maddalena de’ Pazzi a Rosa Giorgi, da Lorenzo da Prato, una delle figure più importanti dell’arte organaria quattrocentesca, agli amici scrittori Malaparte e Meoni, da San Bernardino da Siena al generale Giuseppe Castellano, il pratese che il 3 settembre 1943 firma l’Armistizio di Cassibile.

Non è casuale che la presentazione della rivista numero 132-133, in programma per giovedì 11 gennaio alle ore 18, si tenga al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, con la presidente della Fondazione Diana Toccafondi e il direttore di Prato Storia e Arte, Giampiero Nigro. La redazione, coordinata da Daniela Toccafondi, ha deciso di dedicare al Centro Pecci l’immagine di copertina: l’opera Supersuperficie del gruppo Superstudio – presentata per la prima volta al MoMa di New York nel 1971 – e ricostruita al Pecci nel 2011 con la supervisione dell’architetto Cristiano Toraldo di Francia. La rivista, stampata dallo Stabilimento grafico Rindi, contiene infatti un lungo articolo di Stefano Pezzato che mette in evidenza come alla Collezione permanente del Pecci appartenga una parte significativa di eredità della cosiddetta avanguardia radicale, cento fra opere e progetti originali acquisiti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Prato o direttamente dal Centro Pecci, che collegano Prato ai grandi centri mondiali di arte e architettura contemporanea. Tra tutti i materiali di architettura radicale certo i più curiosi sono le tesi di laurea e i progetti di dieci giovani architetti tra cui i fondatori dei gruppi Archizoom (Andrea Branzi, Gilberto Corretti, Paolo Deganello e Massimo Morozzi) e Superstudio (Adolfo Natalini e Cristiano Toraldo di Francia). Progetti originali e coraggiosi, che oggi aprirebbero una bella discussione in città: Andrea Branzi proponeva una sorta di luna park permanente in viale Marconi, Paolo Deganello aveva progettato un Centro culturale che riempisse lo spazio interno del Castello dell’Imperatore mentre Gilberto Corretti aveva messo a punto un’infrastruttura per il tempo libero alle Cascine di Tavola (che somiglia molto, anticipandolo di oltre un decennio, al progetto di Gamberini per il Pecci).

Una galassia di figure ed esperienze che si trovano ampiamente documentate nello sterminato archivio-biblioteca che Lara-Vinca Masini, figura fondamentale di quella temperie culturale, ha lasciato al Centro Pecci nel 2021, arricchendo il patrimonio culturale contemporaneo della città e aprendo a nuove possibilità di ricerca e a nuove suggestioni e sperimentazioni.

 

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