29 Gennaio 2024

Diana Toccafondi ricorda il ruolo di animatore culturale di Giuliano Gori

La figura di Gori è stata ricordata anche nell’ultimo numero di Prato Storia e Arte, presentato qualche settimana fa.


“Giuliano Gori è stato sempre contemporaneo per la sua città e per il territorio che lo ha visto operare attivamente. Ha vissuto il suo ruolo di collezionista in una dimensione comunitaria, aperta al dialogo e alla novità, portatrice di benefici culturali diffusi. È stato un uomo dall’anima imperitura, come imperituro è ciò che ci ha lasciato”. Così Diana Toccafondi, a nome della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, di cui Gori è stato anche socio, ricorda il ruolo preziosissimo di animatore culturale svolto dall’imprenditore-mecenate che ha accompagnato la Fondazione Cassa di Risparmio anche nell’acquisizione di Tempo di Dani Karavan, la grande ruota che – come una porta – segna l’ingresso nel distretto tessile.

Sulla rivista della Fondazione, Prato Storia e arte, Giuliano Gori ha pubblicato una emblematica e preziosa riflessione sul rapporto tra Prato, la creatività, la moda e l’arte. L’articolo, sul numero 101 del settembre 2007, si intitola L’Arte Moderna a Prato nel decennio ’50-60 e ricostruisce una stagione di grande fermento con l’impegno per la nascita della Galleria d’arte moderna, un’intuizione che troverà più tardi concretizzazione nel Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci. “La creatività è il principale motore che alimenta l’industria tessile pratese, peculiarità questa che motiva e avvalora la riconosciuta vocazione della città nei confronti dell’arte contemporanea – scrive Gori – L’attitudine generalizzata in città nei confronti dei nuovi linguaggi artistici è indicativamente consequenziale all’attività svolta dalla maggioranza degli imprenditori tessili pratesi, costantemente impegnati a esprimere con largo anticipo i dettati della moda. L’impegno richiede una spiccata dote che, per certi versi, è assimilabile a quella dell’artista contemporaneo”.

Il ruolo di Giuliano Gori, generoso animatore della cultura di comunità, è stato ricordato anche nell’ultimo numero di Prato Storia e Arte, presentato qualche settimana fa. Alessia Cecconi ripercorre la stagione indimenticabile degli artisti di Montepiano che vede protagonisti Bruno Saetti e Gastone Breddo. Accanto a loro c’è l’istrionico e spumeggiante Rinaldo Frank Burattin che – racconta Alessia Cecconi – mentre crea e organizza mostre, scrive ai due maestri lettere da ogni dove, spesso controfirmate anche da Giuliano Gori, complice promotore di personali e antologiche a Montepiano”.

“Giuliano Gori, generoso animatore della cultura di comunità in ogni sua forma, appartiene a quei giganti che ogni tanto ci fanno visita, lasciando la terra più bella. A lui, al suo esempio e alla sua opera, va tutta la nostra riconoscenza”.

 

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