7 Gennaio 2024

Piazza Duomo fra mille contrasti: sacro e laicità, scuola e spaccio. E un pericolo che arriva dal cielo

Al mattino animata dagli alunni del Dagomari, col tramonto droga e bivacchi. Monumenti imbrattati dai piccioni e cani che sporcano


 

 

Nell’Ottocento diventò il principale ingresso della città per chi arrivava col nuovo mezzo di trasporto, il treno. Oggi è di fatto la vera periferia di Prato, pur rimanendone il cuore, il centro del centro storico. Piazza Duomo, cui Tv Prato ha dedicato un focus, è un grande gioco di contrasti. Su un lato si aprono le vie dello struscio e dello shopping elegante o di ciò che ne è rimasto; sull’altro si affacciano gli empori variopinti e speziati di centroafricani e pakistani e, fino a qualche anno fa, un negozio di delikatessen rumene. Sull’angolo della cattedrale si apre il pulpito esterno forse più bello che ci sia e che ha accolto due papi; di fronte, le finestre della Stella d’Italia sono state nel tempo il pulpito laico di politici a comizio.

Il Duomo e la piazza

Nella cattedrale si conserva la Sacra Cintola della Madonna, la più preziosa reliquia tessile dopo la Sindone. In piazza, come a vegliare di fronte all’ingresso della chiesa, il monumento al pratese laico per eccellenza: Giuseppe Mazzoni, triumviro della Toscana, federalista, massone. A lui è intitolato il corso che si apre alle sue spalle, in mezzo alle strade che portano al duomo dedicate a Garibaldi e Carducci, grandi italiani laici e massoni; il secondo malgrado poesie  che citano nel titolo i santi Guido e Martino.

La ripulitura in corso del monumento a Mazzoni

Contrasti e bilanciamenti: piazza del Duomo, come la chiamano i pratesi, è tutto e il suo contrario. Del resto, forse in nessun’altra chiesa il Male, la tentazione, vengono   rappresentati in forme sensuali come nella Salomé del Lippi. Il demonio rosso, cornuto, caricaturale del medioevo assume qui le sembianze di una giovane, bellissima donna. Non fidarsi di ciò che appare.

La Danza di Salomé di Filippo Lippi

E ciò che appare è talvolta crudele: la testa mozzata del Battista, per un femminile capriccio, nei dipinti del Lippi e, sulla facciata laterale, il segno rosso della mano di Musciattino, mozzata per il maldestro furto della Cintola. Musciattino era di Pistoia, quindi forestiero.

Forestiero come sono i mercanti di mezzo mondo che davanti al tempio o poco oltre vendono oggi le merci di peggior specie. Perché il cuore dello spaccio in città è lì, fra duomo, stazione del Serraglio e vie d’intorno. Pieno centro, ma di fatto periferia, nel senso deteriore del termine. Un senso che nessuna reale periferia urbana della città merita di vedersi attribuito. Tre vie popolate da centroafricani, attorno al duomo, percezione di insicurezza diffusa, anche se le scintille sono solo per regolamenti interni alla comunità. Nemmeno il posto di polizia affacciato sulla piazza, né i militari  a sostegno delle forze dell’0rdine fermarono spaccio e liti in strada.

Il nome, piazza Duomo, è di per sé attrattivo, la realtà un po’ meno. Succede così che si diradino i negozi locali ed aprano catene: vista da un ufficio marketing di Milano o Basilea la piazza Duomo della diciottesima città italiana per abitanti appare un business. Ma se imprenditori locali come Berretti, Montezemolo, Mannori  ne sono usciti e lo stesso Diamante si è spostato il segnale è chiaro. Ed è emblematica la vicenda della Stella d’Italia, non più albergo in un centro che ne ha pochissimi. Altrove, pieno di storia e di fronte al Duomo, quel palazzo che ospitò l’hotel dei comizi politici sarebbe conteso dalle catene di abbigliamento multipiano. Qui è toccato.per due volte al pubblico rianimarlo. Con la Provincia che quindici anni fa lo restaurò e vi spostò gli uffici ed ora vi trasferisce una scuola. Studenti che sciamano in piazza per dovere, non clienti che arrivano per scelta. I ragazzi rianimano la piazza al mattino, leggono storia nel palazzo che li ospita e storia ed arte nel duomo che ammirano dai finestroni. E, se vogliono, imparano la geografia nei negozi già chiusi, riaperti da orgogliosi immigrati arrivati da ogni dove.

 

Oltre il tran tran quotidiano, piazza Duomo ospita i concerti del Settembre, col culmine di quello della Camerata. Per il resto, il mercatino europeo con tanti sapori e molti effluvi e rassegne talora estemporanee. La chiave del.rilancio potrebbe passare da eventi straordinari ben programmati e di qualità.

Piccioni assediano la fontana del Pescatorello durante la ripulitura

Titolari di negozi e locali intervistati per Tv Prato da Giulia Ghizzani hanno ormai assimilato, un po’ rassegnati, lo status quo. Ma ora che il Comune ha preso a cuore i marmi della fontana e del Mazzoni, ripulendoli (i primi col concorso di Publiacqua) segnalano un nuovo nemico: i piccioni o, meglio, chi li pastura disseminando la piazza di cibo. La fontana linda e abbacinante pochi mesi fa è già lordata di deiezioni, i tavolini del bar Coppini (e presto, se non si interverrà, quelli di Soldano) sono sorvolati e scelti come base di atterraggio, infastidendo gli avventori. Un bombardamento che non arriva solo dal cielo: la protesta per le deiezioni è rivolta anche ai proprietari di cani. Maleducati (gli umani) per consentire alle bestiole di urinare sulle vetrine. E ci fermiamo qui.

Si fa sera o quasi. La piazza si popola di persone che siedono sui gradini della cattedrale, incuranti dei divieti. Andrebbero invitati ad andarsene. O educati a non sostare. A rispettare quel luogo di fede anzitutto, storia e arte. A non fare del sagrato un bivacco. Se questo è un duomo.

Bivacchi e vigilanza sul sagrato della cattedrale

 

buongiornoprato@tvprato.it

 

disegno di Marco Milanesi

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