19 Gennaio 2024

Viale Galilei, gioie e dolori della strada che frenò il traffico per non piangere più

Dalla festa per i gol di Paolo Rossi al dolore per i tanti incidenti mortali. Lo scatto con impianti sportivi, servizi, supermercati e caccia alle abitazioni


 

 

Viale Galilei, cui Tv Prato ha dedicato un focus, è stato teatro di grandi gioie e grandi dolori. Gioie indivuduali e segrete, come la vincita al Superenalotto di una montagna di lire prima di un Natale fine anni Novanta. E tutti in quella industria delle colazioni che è il bar Doris, a giocare anche loro, perché a Prato più che invidiare i ricchi si cercava di sorpassarli. Nel lavoro e nella buona sorte.

E gioie collettive come la fiera anni Sessanta, fra odore di polli arrostiti e sferragliar di giostre e poi la più bella inattesa e indimenticabile di tutte: la gioia per i gol di Paolo Rossi al Brasile, che richiamarono tutta la città e un pezzo di Toscana a far baldoria davanti a casa sua, a Santa Lucia. Ingorgo piu bello, viale Galilei non lo fa vissuto mai.

Paolo Rossi alla mostra pratese sui trionfi della carriera

Nel segno del traffico sono spuntati i grandi dolori. Quando il viale era un dirittone tra il centro e la strada per la Vallata e non c’era la ciclabile, i.marciapiedi erano affollati e molti pigiavano troppo il piede o la mano sul gas. Incidenti, vittime, disperazione. Come un sabato sera di fine inverno ’94. Come anni dopo, con un ragazzo che all’ora di cena rincasava a fine jogging. Falciato. Il padre, amato ex insegnante, fu avvolto dall’affetto di alunni di tutte le età. Sdegno, disperazione. “Strada killer“, senza pensare che non uccidono le strade, ma le persone.

Per impedire altre morti si cambiò faccia allo stradone (e per precauzione al gemello viale della Repubbiica): sagomature, restringimenti, rotatorie al posto di incroci che specie di notte non tutti rispettavano. Dalla velocità talvolta sconsiderata a un piccolo moto non sempre perpetuo. Si va piano. Talvolta non si va proprio, specie in direzione nord a pomeriggio inoltrato.

Anche perché rispetto agli anni Sessanta e Settanta viale Galilei e tutta la zona da questo raggiunta ha segnato uno scatto sociale. Da area di immigrazione nei palazzoni cresciuti in perpendicolare al viale e di antiche famiglie nelle terratetto di Santa Lucia, la parte nord è diventata la zona residenziale più nuova e contesa della città. Con appartamenti affacciati sul Monteferrato e la Calvana e il vento della Vallata a portar fresco d’estate. Malaparte, raffinato ed eccentrico sommelier di case che gli somigiiassero, forse ci avrebbe preso un attico, dominando da lassù la natura in cui s’immergeva quand’era bambino a Coiano.

Curzio Malaparte Curzio Malaparte

 

Il viale che un tempo riportava a casa operai ed artigiani la sera, è oggi percorso a tutte le ore. In quelle non di punta, da chi va a fare la spesa, e non abita solo di qua dal fiume. Col ponte Datini, la grande Esselunga e la nuova Coop, la Pietà e la Casteliina comprano li, senza addentrarsi in centro. E con la piscina, i campi da rugby e l’impianto di calcio del Coiano Santa Lucia Bsd è un via vai di mamme (e babbi, perdinci) con bambini e borsoni sportivi. Un belvedere di persone, come un belvedere di natura è percorrere la ciclabile sul Bisenzio, che il viale ha figliato,  che guarda la gemella di là. Sono intitolate a Bartali e Coppi, non a caso, e fanno a gara a chi è migliore: una fra gli alberi e la città, l’altra nella natura della Calvana e sotto villa del Palco. Sfiorando ex fabbriche ed ex fattorie. Uguali e opposte. E da tutte e due si ammira il Cavalciotto, il mare un po’ pericoloso dei pratesi che il mare vero della Versilia non avevano ancora comprato, nato secoli fa per alimentare le gore, con la consulenza a distanza di Galileo Galilei.

E qui si chiude il cerchio e si torna al viale che per quel contributo in materia idraulica fu a lui intitolato.

La pista ciclabile di fianco al viale Galilei

Bello.di giorno, rischioso la notte sulla ciclabile frequentata in inverno da balordi e di recente, rapinatori. Madre di tutti i mali, lo spaccio nel lembo di centro storico affacciato sull’inizio del viale, tra la stazione del Serraglio e piazza Duomo. In questa città rovesciata (“al contrario” direbbe Vannacci), dove le periferie sono ordinate come lo è Santa Lucia e la periferia in senso deteriore è all’ombra del Duomo.

Proprio da lì, dal centro inizia la corsa di un viale ricco di tutto: treni, mercato (occhio al degrado), una fabbrica storica, un teatro nato da cinquant’anni in un capannone industriale, tanti palazzi, impianti sportivi, skateboard, asili, scuole, supermercati. Peccato non ci sia più lo Squalo ristorante allegro negli anni Settanta. E peccato ci sia ancora il centro Enel coi tralicci che oggi imbruttiscono e ieri dimostravano la fame di energia e non solo di quel quartiere che cresceva impetuoso.

Resta un neo, su cui chi scrive si rode il fegato: dal centro verso nord il.traffico è bloccato (da sempre, non solo negli ultimi tempi di paralisi generale) perché all’ingresso della rotonda tra il ponte e via Mozza gli automobilisti tardano a entrare, svantaggiati dall’accesso che ispira cautela oltre il dovuto. In coda, verrebbe da rimpiangere il vecchio semaforo (si fa per dire) e mandare qualche accidente di pura invidia a Galileo. “Eppur si muove” disse nel giorno fatale, alludendo alla terra attorno al sole. Qui, invece, non ci si muove per niente.

Buongiornoprato@tvprato.it

disegno di Marco Milanesi

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