11 Febbraio 2024

Beatrice Magnolfi: “Il Politeama verso i cent’anni: diventa Fondazione e rinnova la platea”

In vista delle celebrazioni del 2025 cambio della veste giuridica e rivoluzione delle poltroncine. "Quest'anno 70 spettacoli: siamo il luogo del ben-essere per la città"


 

È quasi mezzogiorno e il Politeama pratese è affollato di ragazzi che percorrono il corridoio fra la sala e il foyer, salgono la scalinata per il Ridotto, sostano nei vari locali che sulle pareti hanno proiettata l’effigie di Frankenstein. È lo spettacolo-lezione che gli studenti del liceo Copernico svolgono all’ex Banchini a conclusione di uno studio sul mito di Frankenstein effettuato in tutte le scuole medie superiori pratesi su inizativa del Tpo. Non spettatori seduti e passivi, ma protagonisti attivi e preparati di un progetto che vede la scuola trasferirsi in teatro. Beatrice Magnolfi, presidente del Politeama si stacca dal gruppo soddisfatta. “Tanti studenti al mattino. Voglio che il Politeama viva sempre con ogni sua parte, non solo il palcoscenico. Anche le quinte, le sale del Ridotto, gli uffici”. I ragazzi che si muovono da un locale all’altro ricordano gli spettatori di Marisa Fabbri, ne Le Baccanti di Ronconi. Istituto Magnolfi, via Gobetti, estate 1978. “Noi che abbiamo vissuto quei tempi, che ci siamo formati su quelle suggestioni siamo portati a citarle, a riproporle anche a distanza di tanti anni”, confida la presidente.

Lei ha assunto la presidenza a fine 2020, Roberta Betti se n’era andata all’inizio di quell’anno e si era in pieno covid. Com’è il suo Politeama?
“Il teatro di tutti, aperto il più possibile, per ogni pubblico: gli spettatori tradizionali del cartellone di prosa e il pubblico nuovo al quale andiamo incontro con i laboratori per bambini in collaborazione col Teatro Metro Popolare, ispirati a Bruno Munari nel 2022, a Gianni Rodari lo scorso autunno dopo. A settembre faremo Roald Dahl; le scuole, con progetti come Frankenstein, che segue quello su Dorian Gray; la musica con Novembre jazz in collaborazione con  Music pool e la Scuola Verdi e i concerti di Fonderia Cultart; la danza con Spring Dance diretta da Marga Nativo; i collegamenti col Festival Monteferrato di Valentina Banci”.

Ottobre 2020: Beatrice Magnolfi nel giorno dell’insediamento alla presidenza: Politreama deserto per covid

Tanti generi.
“Strehler predicava: ‘Teatro d’arte per tutti’ motto  validissimo ancor oggi. Prosa, musica, danza, cerchiamo di offrire di tutto purché all’insegna della qualità, tenendo presente che il contemporaneo si distingue per l’incontro fra discipline. La prosa si accompagna alla musica, alla danza. Con un programma colto e popolare vogliamo andare incontro al pubblico, alla sua capacità di di spesa e disponibilità di tempo. Il cartellone ha dieci spettacoli, ma è possibile abbonarsi anche a cinque soltanto. Incontro alla gente: lo chiede la storia del Politeama”.

In che senso?
“Il Banchini nacque nel 1925 come arena popolare. Roberta Betti si riallacciò a quella vocazione e la rafforzò, legando il Politeama al territorio e alle sue espressioni; da Pratolirica, al teatro amatoriale, ai saggi dei corsi di danza. Anch’io seguo quel solco. Teatro di tutti, per tutti, a prescindere da età, gusti, tasche, tempo libero dei fruitori”.

Il Politeama era fortemente legato al musical, genere prediletto da Roberta Betti.
“La scuola di musical continua ad operare, in collaborazine con Stm, Scuola di Teatro Musicale, che alle sedi di Novara al teatro Coccia e di Milano agli Arcimboldi ne ha aggiunta una a Prato, al Politeama. Ad oggi è frequentata da trentatré allievi che, proseguendo gli studi a Novara o Milano potranno acquisire il diploma, vera e propria ‘laurea’ in musical.  Grazie all’accordo con la Stm in qursto campo  il Politeana ha esportato nella cultura il modello del franchising, diffuso in ambito commerciale”.

Roberta Betti festeggiata dalla Scuola di musical del Politeama pratese

Metastasio e Politeama divisi da cento metri di strada. Concorrenza? Competizione?
“Né l’una né l’altra. Siamo realtà differenti, con diverse capienze e missioni definite. A partire dalla natura. Il Metastasio rientra fra i Tric, la ventina di teatri italiani a rilevante interesse culturale ed ha la missione nazionale di produrre cultura. Il Politeama avverte come propria natura quella di essere teatro di prossimità, che  avvicina le persone a teatro, le convince ad uscire la sera, a pagare un biglietto, a vincere gli allettamenti della tv. Con eventi di prosa, musica, danza. Dal 2021 il Politeama è riconosciuto dal Ministero della cultura. Nel 2023 l’algoritmo con cui si misura il livello di qualità e di quantità prodotte dai teatri ha stabilito l’erogazione di 98mila euro, in aumento rispetto al 2022. E spero di ricevere ancora di più, quest’anno, in cui toccheremo il tetto di 70 spettacoli. Sarebbe due volte importante”.

Perché?
“Non solo per le nostre casse. Ma perché specchio di un’attività sempre più intensa e seguita, i cui effetti si riverberano sulla città, con l’indotto per hotel, ristoranti, bar, librerie”.

A proposito di conti, fra meno di un mese il Politeama si trasformerà in Fondazione, rimuovendo uno degli ostacoli per cui oggi, in quanto società per azioni, non attinge a contributi di enti che non possono sovvenzionare realtà aventi scopo di lucro.
“Diventeremo Fondazione di partecipazione, che riunirà pubblico e privato, sulla falsariga di Palazzo Strozzi a Firenze. Le ragioni della trasformazione sono molteplici, non solo quella, peraltro fondamentale, di attingere a risorse da Regione, Fondazioni bancarie, enti pubblici. Ma anche per mantenere saldo il legame con il Comune di Prato, che detiene il 35% delle azioni, è intenzionato a restare, ma non potrebbe più farlo se il Politeama mantenesse l’attuale forma giuridica e non si trasformasse in Fondazione, La legge Madia impone infatti l’uscita dalle società partecipate che non forniscano servizi essenziali o abbiano bilanci inferiori al milione di euro”.

Beatrice Magnolfi presenta il cartellone del 2022-23

Nel 2025 il Politeama compirà cent’anni.
“Stiamo lavorando per celebrarli degnamente. È al lavoro un comitato scientifico presieduto da Carlo Fontana, già sovrintendente della Scala. Non anticipo le idee che abbiamo. Ne abbiamo molte e ce la metteremo tutta per realizzarle”.

Ne dica almeno una.
“Che non riguarda i contenuti. Vorrei rinnovare le sedute della platea”.

È fortunata: a Prato si producono tessuti per selleria, arredamento.
“Non basta il rivestimento. È proprio la struttura in legno che dimostra l’età e andrebbe sostituita. E urgono altri lavori di adeguamento alle nuove normative, oltre al miglioramento dell’acustica per la prosa, il teatro di parola”.

Rifare le sedute sarà un’impresa, con le dimensioni della sala.
“Con 956 posti, ridotti con il Covid a 815 siamo il terzo.teatro della Toscana, dopo quelli intitolati a Giuseppe Verdi a Firenze e Montecatini e alla pari con l’altro Verdi di Pisa. Per il concerto di Baglioni riportammo.la capienza al massimo, come faremo per le due imminenti serate già sold out con Drusilla Foer”.

Il Politeama Pratese visto dal palcoscenico

Al Politeama si vedono al lavoro quasi soltanto donne. Presidenza, uffici, biglietteria (in quel momento entra una ragazza: è Giulia, la responsabile degli impianti elettrici ndr). La stessa Camerata strumentale ha una donna, Barbara Boganini, alla direzione generale. Del resto, il teatro rinacque trent’anni fa grazie a Roberta Betti, Elvira Trentini.
“Non c’è un piano rivolto a una guida femminile del teatro. Ci siamo trovate, lavoriamo bene. Quando scegli in base al merito ti ritrovi per forza con donne…”.

Che fa, presidente? Anticipa l’8 marzo?

“L’8 marzo vengono dette spesso frasi di circostanza, Pronunciate oggi, invece, sono parole assolutamemnte sincere e meritate. Se non ci fossero le donne e le ragazze dello staff non potrei fare niente. Le ringrazio una ad una per la cura e il grande e amore che nutrono verso quresto teatro.  Guardando all’altra metà del Politeama, quella che siede in platea, in galleria, si scopre che è femminile la maggioranza del pubblico e degli abbonati, cresciuti del 60% fra il.2022-23 e la stagione in corso.  Al sabato sera ci sono prevalentemente coppie adulte e famiglie, alla domenica meno abbonati, più bigliettazione, con prevalenza di giovani, anche giovani coppie”.

Cosa attrae il pubblico?
“La varietà di generi. E il grande nome, magari popolare grazie alla tv, che sorprende presentandosi con un testo impegnato. L’esempio più recente è quello di Ambra Angiolini, rivelatasi grande interprete drammatica e che anche ieri sera (sabato 10 febbraio ndr)  ha commosso la platea. Pif e Francesco Piccolo fecero tutto.esaurito, anche Michele Serra piacque molto. Come Massini, un amico che chiamai per affidargli la riapertura del teatro post covid”.

Alberto Batisti, direttore artyistico della Camerata strumentale Città di Prato

Non abbiamo parlato della Camerata, nata col rinascere del Politeama. Ospite fissa del teatro.

“La correggo: la Camerata non potrà mai considerarsi ospite, è parte integrante dell’identità del Politeama. Col presidente Guido Moradei, il direttore artistico Alberto Batisti c’è grande sintonia, culturale e d’intenti”.

Colpisce un titolo in cartellone: “Farmacia delle parole”.
“E’ il risultato del laboratorio che Livia Gi0nfrida effettua nel carcere della Dogaia, coi detenuti appassionati di treatro  che incontrano poeti e intellettuali, ci dialogano, leggono o recitano di fronte a loro loro poesie che li hanno colpiti o hanno scritto in prima persona. Alla sera quei poeti, quegli intellettuali raccontano la loro esperienza nel carcere dialohgando col pubblico del Ridotto”.

Si avverte ancora, l’eredità di Roberta Betti?
“Qua tutto parla di lei, perfino i muri. Ricordo con tanto affetto le parole che mi rivolse Elvira Trentini: ‘Te, ti ha mandata la Roberta‘”.

Cosa vorrebbe fosse, per la città, il Politeama pratese?
“In un mondo che spesso mette avanti il ben-avere, vorrei fosse il luogo in cui si ricerca il ben-essere. Il benessere dello spirito, che pian piano contagia tutta la persona”.

 

disegno di Marco Milanesi

 

Il Politeama per un concerto della Camerata

 

 

 

 

 

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