13 Febbraio 2024

Cimitero Chiesanuova, gallerie ancora inaccessibili. Incerti i tempi di ripristino

L'Asl nell'ultimo sopralluogo ha ravvisato un problema legato a potenziali contaminazioni da tetano dei vasi portafiori. Gli aggiornamenti nell'ultima riunione della commissione 3


Le gallerie seminterrate del cimitero di Chiesanuova, fortemente danneggiate dall’alluvione del 2 novembre, rimarranno ancora chiuse al pubblico. E per ora non sono stati dati i tempi per la loro riapertura. E’ quanto emerso dalla riunione della commissione consiliare 3 (“Lavori pubblici”), che si è tenuta dopo l’ultimo sopralluogo effettuato stamattina dall’Asl. I tecnici dell’azienda hanno ravvisato una “situazione igienico-sanitaria precaria” nei locali seminterrati, come ha spiegato in commissione l’assessora alla Città curata Cristina Sanzò: il problema riguarda un particolare apparentemente banale ma potenzialmente pericoloso, ovvero i portafiori attaccati alle lapidi, oggetti in metallo le cui superfici sono contaminate dal fango e che quindi sono a rischio di diffusione del tetano. L’ipotesi che un utente del cimitero, cambiando i fiori o l’acqua alla tomba del proprio caro, possa accidentalmente tagliarsi e infettarsi con oggetti contaminati è bastata all’Asl per prolungare il divieto di accesso alle gallerie del camposanto. Il lavoro che attende i tecnici comunali sarà quello di effettuare una pulizia lumino per lumino, vaso portafiori per vaso portafiori, moltiplicando l’intervento per tutte le lapidi presenti. Tra un mese l’Asl farà un nuovo sopralluogo.

Intanto procedono anche gli altri interventi di ripristino delle parti danneggiate dall’alluvione. Già finanziati dal Comune, per un totale di oltre 700mila euro, quelli che riguardano le pavimentazioni del seminterrato, il recupero dei locali uso ufficio, la pulizia e la sanificazione delle gallerie e la ricostruzione del muro di cinta perimetrale crollato (foto in evidenza). Quest’ultima voce è la più onerosa, ben 350.000 euro: essendo una costruzione della seconda metà dell’Ottocento, la Soprintendenza ha chiesto non solo di ricostruirlo ma di collocarvi una copertura in pietra che riprenda quella antica portata via dalla furia dell’acqua e del fango. Devono essere finanziati, con risorse da individuare, interventi per un altro 1 milione di euro (ulteriori interventi di sanificazione, sostituzione dell’ascensore e ripristino degli impianti elettrici, opere edili in sostituzione delle pavimentazioni, smaltimento liquami dei seminterrati e intonaci danneggiati), per i quali l’assessore Sanzò in commissione non ha escluso l’accensione di un mutuo da parte dell’amministrazione.

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