1 Febbraio 2024

Viale Borgovalsugana fra code e dissuassori. Ma il Chilometro lanciato non è solo un ricordo

I residenti lamentano che la velocita è ancora alta malgrado le rotatorie. Assieme ai viali Repubblica e Galilei è ormai la tangenziale est della città


 

Provate a dire a un ragazzo, magari alunno del Copernico, la scuola che si affaccia su quella strada, che viale Borgovalsugana era chiamato il “Chilometro lanciato“, perché sede di gare di velocità fra motorini e motorette. Vi guarderà incredulo, pensando all’attuale gincana fra rotondette, rotondine e restringimenti spezza velocità. Si, perché se tutti i viali cittadini hanno subito interventi per rallentare il traffico, quello che da ponte Petrino arriva, cambiando denominazione, a viale Galilei supera ogni altro. Vedi servizio nel tg di TvPrato. Anzitutto, perché ha la carreggiata più stretta e i sorpassi erano praticamente impossibili salvo azzardi anche prima della sagomatura. Poi, perché la presenza di una scuola – forse la più affollata della città – ha imposto rallentamenti e prudenza. Le microrotonde con restringimenti di fronte a via Benini, poi all’incrocio con via La Pira e la rotatoria di fronte alla Sacra Famiglia hanno reso, assieme ai passaggi pedonali, sincopato come un brano jazz l’antico rettilineo che fu e virava al crescendo, come una sinfonia di Rossini.

  1. Un incidente nel viale Borgovalsugana

Negli anni Cinquanta – riferisce Urano Corsi depositario di ogni particolare della Prato di ieri – nel viale era tutta campagna, a parte i palazzi di edilizia popolare lato collina, costruiti col Piano Fanfani. E c’erano un paio di case coloniche, retaggio forse della tenuta Rospigliosi. Il rettilineo, deserto e non sorvegliato, diventava sede di gare di velocità con relative scommesse. Urano racconta che spopolavano i motorini Italjet. E vinceva il più ardito nel truccarli. Anche quando il rombare delle delle gare illegali si assopì il nome “Chilometro lanciato” rimase indelebile a segnare una strada e una zona precisa. Nonostante chi amministra la città abbia fatto di tutto per smentire quella denominazione vagamente dannunziana, cercando di ridurre la velocità. Col tempo infatti, quella zona fra la Pietà, la Calvana e la ferrovia diventò una chicca residenziale: dalla Pietà l’espansione riguardò il lato destro in direzione ponte Petrino, fino alla creazione del quadrante sul retro della stazione. Sul lato sinistro l’espansione partì con la costruzione della chiesa della Sacra Famiglia, firmata dall’architetto Silvestro Bardazzi. Palazzi eleganti e villette lungo via Papa Giovanni e le propaggini di Giolica. Un luogo d’incanto. L’accesso alla Stazione dal retro, conseguente il raddoppio dei binari, completò la connessione alla città del vecchio viale dove i motorini urlavano alla campagna. E la velocità andava combattuta, temendo incidenti e pericoli per passanti e pedoni. Il traferimento del Dagomari al nuovo polo tecnico scolastico di San Giusto e l’arrivo del Coperinico provocò l’aumento del numero di studenti che al mattino, in bus o coi motorini, gravita sul viale già impegnato da chi da nord viaggia verso Prato est e Firenze e viceversa. La paralisi, acuita dai rallentamenti sul viale della Repubblica, è all’ordine del giorno. Viale Borgovalsugana taglia una delle zone più popolate della città ed assolve da collegamento fra est e nord. Troppe funzioni. Malgrado i dissuasori della velocità installati, residenti e commercianti lamentano che i veicoli procedono ancora troppo forte e che la piccola rotatoria con via La Pira è disseminsta di pezzi di auto che la urtano. Per la velocità o perché è difficile scorgerla?

Segnale stradale urtato da un veicolo

Peraltro, restando nella zona del Chilometro lanciato, nessuno rimpiange il rifiuto che i sindaci anni Sessanta e Settanta opposero al gruppo di proprietari dei terreni in Calvana di collegare la Querce e Pizzidimonte a Santa Lucia, con una strada pedemontana. “Sarebbe stato il nostro viale dei Colli di Firenze”, ci raccontò l’industriale Dino Baldassini in un’intervista. I sindaci vi lessero il cavallo di Troia per una successiva speculazione edilizia e confermarono il veto a toccare la Calvana. E meno male.

Panorama con vista Calvana

Ne soffre viale Borgovalsugana e le sorelle via Sem Benelli (intitolata al drammaturgo che vi nacque), e via Lambruschini, pure invitanti all’accelerazione e segnate da rotatorie, semafori, restringimenti anche per la vicinanza della scuola De André.

In ogni caso, gli ingorghi continui nel viale Borgovalsugana, via Benelli e via Lambruschini, sono figli della paralisi che alle ore di punta e non solo attanaglia viale Galilei e viale della Repubblica, rispetto ai quali è il collegamento diretto.

Viale Borgovalsugana

Galilei-Borgovalsugana-Repubblica sono diventate in pratica un unico viale, anzi: la tangenziale a est, che però taglia zone affollate da residenze, luoghi di lavoro, scuole. Urge liberare la vera tangenziale, ossia la Declassata al Soccorso e al ponte Lama. È la scoperta dell’acqua calda, certo. Ma senza quella soluzione la viabilità in tutta la città continuerà ad essere un tappo senza fine.

Buongiornoprato@tvprato

disegno di Marco Milanesi qqqq

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