25 Marzo 2024

Prato e Pistoiese, il mondo capovolto in pochi mesi


Alla vigilia dell’inverno il Prato perse in casa con la Pistoiese e toccò il punto più basso. Nel senso che così in basso nella classifica di un campionato dilettantistico non era mai stato, nel dopoguerra. E perché alla fine ci fu una dura contestazione alla società. Con le conseguenze del caso.

A primavera iniziata da un paio di giorni, cioè ad appena una stagione meteorologica di distanza il Prato ha vinto a Pistoia e ha praticamente ottenuto i punti necessari per restare in Serie D, ma quando si vince a Pistoia gli effetti sulla classifica sono quasi un accessorio.

A contestare, stavolta, erano i tifosi della Pistoiese che per dissenso preventivo non erano entrati allo stadio. Dove invece c’erano 400 pratesi. Il mondo al contrario, nel giro di pochi mesi, per dire come va il calcio.

Lo striscione dei tifosi del Prato al Melani di Pistoia

Del resto, nel pallone tra Pistoia e Prato tutto è rovesciato. Loro, la città tranquilla che vive piantando semi o talee ed aspettandone la crescita ai tempi imposti dalla millenaria natura, hanno nel calcio una storia inversamente proporzionale ai ritmi soffusi che regolano la vita cittadina. Serie B da fine anni Settanta, poi un anno in A con la gioia scolpita nel marmo della vittoria a Firenze, ancora B fino al 2002 e da lì montagne russe di proprietari effimeri, qualche avventuriero. Precipizi e risalite, ogni volta con la consapevolezza di una storia da difendere, un passato a memoria d’uomo da non scalfire e invece sì, scalfito quasi sempre. Ma che bei ricordi la Juve, l’Inter, il gol di Badiani a Firenze.

Prato, invece, esuberante nel lavoro e nella vita, la Prato che in Versilia non ha mai.nascosto.la propria presenza in spiaggia e nei locali, la Prato che consegna le tele in anticipo tessendo di notte, nel calcio non ha caviale da rimpiangere, ora che il pane è solo un po’ più duro di sempre. Nel 2024 sono sessant’anni dall’ultima volta in serie B. Chi vide quel Prato oggi non c’è più o ha molti anni. Non abbiamo Inter e Juve fra gli avversari e se esiste in bacheca una vittoria al Franchi di Firenze non è perché siamo saliti ai livelli della Fiorentina, ma perché fu lei a precipitare ai nostri. E si chiamava Florentia Viola. Nella città delle mille disinvolture commerciali e aziendali, nel calcio esibiamo il primato di non essere mai falliti, unici in Toscana assieme al magnifico Empoli. Siamo lo studente che annaspa fra il 4 e il 5 ma sfoggia 10 in condotta. Anche qui il mondo al contrario, rispetto alla città e alla vita.

i tifosi esultano dopo il gol decisivo

Ma il Prato ha vinto a Pistoia e oggi il presente è più dolce di ogni possibile passato. Perché Empoli e Pisa a parte, siamo tutte lì, in Toscana, in bilico fra serie C e D, fra tribune e tribunali. Chi a ricordare Lucarelli e Protti, chi i gol di Paci, chi quelli di Tonio Bongiorni, Chimenti o Chiesa. E noi a sognare Oliva e rimpiangere ciò che non abbiamo raggiunto con Vitale, Maccarone o Marco Rossi. Città bellissime e civili, che si ostinano a non vedere che il calcio dal vivo, sotto la pioggia e il sole, in stadi vecchi con gradinate chiuse dai prefetti non è più cosa per loro. Oggi trionfano il ristorante nello skybox e il maxischermo in salotto per vedere la Premier, bella e calligrafica. Ma senza il godimento di vincere a Pistoia.

Esultanza dopo il gol di Sowe

Buongiornoprato@tvprato.it

disegno di Marco Milanesi

 

 

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