20 Aprile 2024

Torneo dei Rioni, calcio d’estate con un occhio al passato

Torna il calcio amatoriale in notturna. Come il glorioso Città di Prato


La nascita del Torneo dei Rioni di calcio amatoriale è soprattutto una ri-nascita. È la volontà di dar seguito a quell’autentico fenomeno sociale che negli anni del boom economico di Prato vide la città dare sfogo alla voglia di sport, praticandolo nella sua espressione più basica e ricreativa, spesso anche a scapito dei livelli tecnici ed agonistici. Il trofeo Città di Prato, organizzato dall’Uisp con partite in notturna allo stadio si disputava fra compagini che portavano il nome di frazioni e paesi, di bar e circoli, spesso di aziende tessili che fungevano da sponsor ma anche da fornitrici di calciatori. Il tessile era infatti così al centro di tutto, che talvolta si organizzava una squadra di calcio all’interno della fabbrica (e relativo indotto), come fatale prosecuzione della matrice lavorativa nella vita privata e nel divertimento.

Non è un caso se l’idea del nuovo torneo dei Rioni sia di un impannatore con lo sguardo al sociale, come Sandro Ciardi, visionario e dal contagioso entusiasmo. In parallelo all’organizzazione del torneo,  Ciardi ha promosso ricerche sul vecchio Città di Prato, ricostruendone l’albo d’oro e la storia, legando il nuovo torneo a solide radici.

La novità, rispetto al vecchio modello è nell’ispirarsi delle partecipanti all’appartenenza per quartieri, francamente ignorata dalla maggioranza degli attuali pratesi di origine e d’importazione, fatta riemergere a metà anni Settanta del Novecento da chi riportò in vita (o forse inventò…) l’antico Gioco della Palla Grossa: il primo anno si disputò fra squadre di Prato a monte e Prato a valle, poi fra le compagini dei quartieri che nascono dall’incrociarsi di quattro strade in piazza del Comune.  Anni fa fu il basket ad ispirarsi alla suddivisione in quartieri per il torneo dei Rioni sul playground del Serraglio. Ora, tocca al pallone, con un decentramento che coinvolge le principali società dei quattro territori, valorizzando la capacità di aggregazione dei rispettivi impianti, in un periodo in cui il calcio praticato sarà in vacanza e quello televisivo esaltato dagli Europei in tv.  Piacevole ed educativo, che il torneo preveda oltre alla competizione fra seniores, anche quella fra squadre  giovanili.

Rivivremo dunque le partite in notturna come una volta, tra afa e sudore, fra cosce (nodose di giocatori, però) e zanzare, sorseggiando uno spritz. All’epoca, fra gli amatori s’infiltravano (magari sotto falso nome) bravi dilettanti o addirittura semiprofessionisti che rischiavano caviglie e forse il licenziamento. Belle gare, buon tasso tecnico e agonistico, finali tesissime ancora impresse nella memoria, ma tutto finiva lì. Prato era la patria dello sport amatoriale, con l’Uisp dal record di tesseramenti e il Csi che tallonava a distanza. Eravamo la patria dello sport senza patemi da retrocessione o impegni derivanti da promozione in campionati più difficili. Lo sport disimpegnato, che il popolo sfogava col pallone o nei raduni podistici mentre le élite costruivano circoli di tennis e golf fra i più belli del paese. Ma era uno sport praticato in gruppo, tutti assieme. Come nel nuovo torneo dei Rioni. Non c’erano ancora le palestre, dove si suda e si corre da soli, fra attrezzi e tapis roulant, la musica nelle cuffiette, lontani dal mondo.

 

 

Buongiornoprato@tvprato.it

disegno di Marco Milanesi

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