13 Maggio 2024

Sos Galceti, il Csn è chiuso da 4 anni ai visitatori. L’appello di Antonella Fioravanti (Parsec): “Ecco cosa manca per poter riaprire”

Il parco necessita di circa 250.000 euro da parte del Comune per la sistemazione esterna. Dialogo con la Diocesi per i lavori all'ex convento dove ha sede la parte museale


Dopo 4 anni di chiusura, non c’è ancora una data per la riapertura alle famiglie del Centro di scienze naturali di Galceti. Il parco, un’oasi amata dai pratesi, fu chiuso in epoca Covid e da allora ospita soltanto scolaresche a piccoli gruppi ed eventi speciali a numero chiuso.

“A causa di lavori di adeguamento e sistemazione del Parco finalizzati al miglioramento dei servizi di accoglienza e cura degli animali, il Centro di scienze naturali resterà chiuso al pubblico fino al termine dei lavori”. Così recita un post sulla pagina facebook ufficiale del Csn datato 23 giugno 2020, un messaggio tuttora in evidenza e tristemente attuale.

Da allora il Csn, gestito dalla Fondazione Parsec, ha accresciuto i servizi di recupero di accoglienza e cura della fauna selvatica – 700 gli esemplari presi in carico la scorsa estate – grazie all’accreditamento e alle convenzioni in essere e al lavoro infaticabile di dipendenti e volontari. Ma dopo 4 anni non è stato ancora risolto il problema degli spazi al chiuso, carenti da tempo, e della sistemazione del parco. Così, anche le visite delle scolaresche sono scese dalle 140 stagionali prima della chiusura, alle attuali 24.


Per riaprire ai visitatori, occorre separare i percorsi nel parco per evitare che gli animali in cura destinati ad essere reinseriti in natura entrino a contatto con il pubblico. Servono dunque recinzioni, gabbie, cartelli, per un intervento quantificato in circa 200-250.000 euro, una somma non proibitiva che da tempo la Fondazione Parsec ha chiesto, invano, al Comune di Prato.
L’altra nota dolente è la mancanza di spazi: dopo aver toccato con mano l’impraticabilità di altre opzioni, la presidente della Fondazione Parsec, Antonella Fioravanti, in carica da un anno, ha avviato i contatti con la Diocesi di Prato, proprietaria dell’ala dell’ex convento dove hanno sede la parte museale e il rettilario del Csn, ma anche i magazzini per lo stoccaggio di medicinali e cibo per gli animali, affinché siano effettuati i lavori di manutenzione straordinaria necessari.
L’obiettivo plausibile, a questo punto, è la riapertura per la primavera 2025.

Sotto, l’intervista alla presidente della Fondazione Parsec Antonella Fioravanti, che rivolge l’appello alla prossima amministrazione comunale di Prato.

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