“Un episodio inaccettabile e assolutamente da stigmatizzare e condannare, senza se e senza ma. Detto questo, però, il distretto tessile pratese non è una mela marcia, e sarebbe un grave errore targhettizzare come tale una filiera produttiva fatta da migliaia di imprese sane, italiane e straniere, che lavorano nel rispetto delle regole e della legalità”.
Con questo incipit i presidenti di CNA Toscana Centro e Confartigianato Imprese Prato, Claudio Bettazzi e Luca Giusti, intervengono sull’aggressione ai lavoratori in sciopero.
“Il tema della legalità e della lotta all’abusivismo è sempre stato al centro della nostra attenzione e delle nostre politiche associative così come il nostro impegno e le iniziative mirate sempre all’emersione e alla regolarizzazione di tutte le imprese – sottolineano infatti i due presidenti – La legalità rappresenta un obiettivo fondamentale a cui tendere.
In questi anni molte azioni sono state messe in campo – proseguono Giusti e Bettazzi – è stato potenziato il piano dei controlli, come richiesto anche dalle nostre organizzazioni, dagli enti preposti alla vigilanza e al controllo sono stati intercettati e contrastati fenomeni di sfruttamento dei lavoratori e di evasione fiscale e contributiva e sono state chiuse molte imprese che operavano fuori da ogni regola, tutti passi avanti nel percorso di smantellamento di qualsiasi sacca di irregolarità.
Sappiamo che la strada per l’emersione totale è ancora lunga e molto resta da fare, ma al contempo, nel nostro ruolo di rappresentanza di migliaia di imprenditori che hanno reso Prato il primo distretto tessile nel mondo e che lavorano nella piena legalità e nel totale rispetto delle leggi, proviamo amarezza verso una tendenza generalizzata a classificare l’intera filiera tessile pratese, sulla base di singoli episodi che, ribadiamo, vanno condannati ma vanno anche collocati in un contesto di particolarità ed eccezionalità, come un comparto dominato solo da sfruttamento e illegalità. Così non è.
Non dimentichiamoci – concludono i due Presidenti – che le imprese sane sono le prime vittime dell’illegalità perché non possono certo competere con la concorrenza sleale di aziende che dribblano qualsiasi regola. Ecco perché ribadiamo e confermiamo il nostro impegno per combattere questo fenomeno e la volontà di rafforzare la sorveglianza, per quanto ci compete, cooperando sempre con istituzioni e organi di vigilanza e di controllo al fine di debellare un fenomeno che ha radici lontane nel tempo ma non impossibili da sradicare definitivamente”.