12 Dicembre 2024

Calenzano, danni per 3 milioni alle aziende dopo il boato. I sindacati contro le politiche delle compagnie petrolifere

Per Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti occorrono norme chiare e puntuali per aumentare le condizioni di sicurezza per l'approvvigionamento di carburante


“La situazione è ancora molto in evoluzione, visto che ogni giorno emergono anche danni inaspettati: la stima di tre milioni di euro mi sembra abbastanza veritiera”. Lo ha affermato Mirko Sulli, del coordinamento di Cna Piana fiorentina, che fra ieri e oggi ha incontrato più di 30 aziende che hanno riportato danni a causa dell’esplosione del 9 dicembre nel deposito Eni di Calenzano. Anche Confindustria in questi giorni sta supportando i suoi associati della zona, alle prese con stime e perizie.

Secondo Cna i danni sono diffusi: praticamente tutte le imprese di via Erbosa, via Pescinale e via La Prata, nella zona del Pratignone, hanno subito danni, e anche aziende situate a chilometri di distanza sono state colpite, seppur in misura minore. “In questi due giorni – spiega Sulli – abbiamo diviso le aziende in due grandi fasce: una con le aziende che si trovano a una distanza tra i 100 e i 400 metri dal punto dell’esplosione, e le altre invece dai 400 metri fino a oltre un chilometro. La prima fascia è quella che ha avuto i danni più grandi, in media intorno ai 50.000 euro ciascuna; la seconda fascia lamenta danni in media sui 10-20.000 euro, soprattutto derivanti dai vetri che si sono rotti”.

Il Comune di Calenzano ha attivato una casella e-mail a beneficio sia delle aziende sia dei privati cittadini che hanno riportato danni materiali, per richieste che saranno poi indirizzate a Eni: per i danni limitati a finestre e infissi si richiede di inviare foto, dati del richiedente e preventivo di spesa per la riparazione; per i danni più rilevanti è necessaria anche una perizia da parte di un tecnico.

 

I sindacati: “Esternalizzazione, riduzioni dei costi: così le compagnie petrolifere hanno indebolito i presidi di sicurezza”

Intanto Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti chiedono al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone un incontro urgente per “definire una mappatura dei siti di stoccaggio e di carico e scarico e trovare rapide soluzioni che aumentino la sicurezza delle lavoratrici e lavoratori dell’autotrasporto dei carburati e combustibili”. Le sigle sindacali sottolineano che dopo il disastro accaduto al deposito carburanti di Eni di Calenzano c’è “forte preoccupazione in merito alla sicurezza degli impianti e alle attività di carico delle cisterne”.

“Il sistema dell’autotrasporto – sottolineano le tre sigle – è essenziale per tenere in vita il Paese, l’autotrasporto dei carburati e combustibili rappresenta non solo la primaria fonte di approvvigionamento delle stazioni di rifornimento nelle città o lungo la rete autostradale, ma anche quella dei mezzi di soccorso delle persone e del trasporto pubblico locale delle città”. Per Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti “i processi di esternalizzazione delle attività da parte delle compagnie petrolifere in questi anni, la ricerca di riduzione dei costi attraverso tariffe sempre più basse e l’estensione del ricorso a contratti di sub-vezione a piccolo o micro imprese di autotrasporto ha indubbiamente indebolito il sistema di gestione della sicurezza allungando la catena delle responsabilità. Una condizione ricorrente in fatti gravissimi nei quali perdono la vita”.
“Per questo – concludono – occorre la predisposizione di un protocollo di sicurezza che identifichi norme chiare e puntuali per garantire l’innalzamento delle condizioni di sicurezza per l’approvvigionamento di carburante”.