Sono stati ritrovati i corpi delle tre persone che risultavano disperse nell’esplosione di ieri al sito Eni di Calenzano. Salgono così a cinque le vittime accertate.
L’esplosione è avvenuta in un’area definita punto di carico, dove le autobotti effettuano il rifornimento di carburante.
Poco prima dell’incidente un operatore ha dato l’allarme, pochi secondi dopo si è verificata l’esplosione. Tutto è avvenuto alla pensilina numero 6 dell’area di carico che ne conta 10. Alle
10:21 e 30 secondi, questa l’orario registrato, un operatore con un pulsante ha dato l’allarme ma in pochi secondi c’è stata la deflagrazione a cui è seguita una catena di esplosioni che ha
coinvolto almeno cinque autocisterne.
Oltre alle 5 vittime sono 26 in totale i feriti, quasi tutti già dimessi. Tre le persone ancora ricoverate: sono i due pazienti del centro grandi ustionati di Pisa, entrambi in condizioni molto gravi, e una terza persona che si trova in subintensiva a Careggi.
Due delle persone decedute vivevano a Prato: Vincenzo Martinelli, 51 anni, e Carmelo Corso, di 57. Il primo era nato a Napoli, il secondo era originario di Catania e viveva con moglie e due figli a San Giorgio a Colonica da 31 anni. Per le famiglie di Martinelli e Corso, si spiega dal Comune di Prato, il Comune chiederà l’attivazione del supporto psicologico. “Per Prato è una tragedia nella tragedia – dichiara la sindaca Ilaria Bugetti – Fino all’ultimo abbiamo sperato che da Calenzano arrivassero notizie diverse, ma purtroppo le speranze si sono ridotte minuto dopo minuto fino a darci la certezza del doloroso epilogo. Piangiamo due nostri concittadini, morti mentre lavoravano come ogni giorno; piangiamo due padri di famiglia impegnati a crescere e garantire un futuro migliore ai propri figli. Ci stringiamo attorno alle loro famiglie per questo dolore incolmabile. A nome di tutta la città esprimo vicinanza e profondo cordoglio”.
La Procura ha aperto un’inchiesta per appurare eventuali responsabilità penali e ha nominato alcuni medici legali e tre consulenti tecnici per accertare le cause dell’esplosione.
La deflagrazione ha causato danni anche ad altri edifici vicini.
Secondo una prima ricostruzione, l’esplosione sarebbe avvenuta a seguito della perdita di liquido durante le operazioni di ricarica delle autobotti.
Cgil, Cisl, Uil Firenze hanno organizzato una manifestazione in piazza Vittorio Veneto a Calenzano per domani alle 14.30. Sempre per domani i sindacati hanno indetto uno sciopero generale provinciale di 4 ore. Quanto all’impatto ambientale, Arpat ha fatto sapere che “Grazie alla limitata durata dell’evento, si stima che la nube si sia dispersa in quota in tempi relativamente brevi e di conseguenza, le concentrazioni in aria a livello del suolo, sono state ritenute trascurabili. Per tali motivi non si è ravvisata la necessità di prelievo di campioni al suolo”.
Dato il parziale sversamento di prodotti schiumogeni utilizzati per lo spegnimento, e di un quantitativo limitato di idrocarburi nel vicino fosso Tomarello, “è stato concordato con il
Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno di chiudere la paratia del collettore di bonifica nel quale recapita il fosso Tomarello, per gestire in maniera meno impattante il deflusso nei fiumi (Bisenzio-Arno).