Nove telefoni cellulari, quasi tutti smartphone – occultati in alcuni doppifondi ricavati in maniera rudimentale – sono stati rinvenuti e sequestrati dalla polizia penitenziaria nel reparto di Alta Sicurezza del carcere la Dogaia di Prato. Il ritrovamento è frutto delle investigazioni da parte della stessa polizia penitenziaria, basate sulla diretta osservazione e monitoraggio di alcuni detenuti e sui loro movimenti all’interno della struttura detentiva. Per chiudere il cerchio dell’operazione, stamani, si sono mossi un centinaio di uomini del corpo di polizia penitenziaria sia in forza al Reparto della Casa circondariale pratese, sia personale in supporto proveniente da altri istituti della Toscana.
I sindacati di categoria di Cgil, Uil, Sappe, Sinappe, Osapp e Unione sindacale di polizia penitenziaria rivolgono un plauso alla capacità di intervento degli agenti ma invitano anche a riflettere sui limiti e l’inefficienza strutturale dell’organizzazione carceraria. Continua infatti ad essere un periodo molto complicato per la Dogaia, ancora senza un comandante titolare e senza un direttore effettivo. “Gli eventi critici sono molto frequenti e il personale è ridotto all’osso – sottolineano i sindacati -.
Nonostante tutto l’abnegazione, la dedizione al lavoro distinguono in maniera impeccabile il personale della Casa Circondariale di Prato, sempre pronto al sacrificio e a mettersi a disposizione”.