Sono scaduti oggi i 60 giorni fissati dalla procura di Prato per la consegna da parte dei consulenti dei pm della relazione sul deposito Eni di Calenzano, ma la stessa consegna slitta alla prima settimana di marzo. I consulenti – esperti di varie discipline – sono stati nominati dai magistrati inquirenti per poter risalire in base alle loro indicazioni tecniche ai profili di responsabilità per l’esplosione del 9 dicembre 2024 al deposito Eni di Calenzano. Lo scoppio causò cinque morti e numerosi feriti. Il fascicolo di indagine annovera al momento le ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo, crollo doloso di costruzioni o altri disastri e rimozione o omissione dolosa delle cautele contro gli infortuni sul lavoro. Ma le ipotesi di reato potrebbero crescere, dato che negli ultimi giorni la procura guidata da Luca Tescaroli ha disposto nuovi accertamenti di carattere ambientale. Altri rilievi che si sono resi necessari dopo che in un sopralluogo nel deposito è emerso uno sversamento in corso di carburante nel suolo.