15 Marzo 2025

Lavoro nero, arrestata imprenditrice: sequestrati 89.000 euro in contanti e 3 orologi di lusso

Altra operazione della Procura di Prato contro l'illegalità nel distretto tessile cinese


Altra operazione della Procura di Prato contro l’illegalità nel distretto cinese. Una imprenditrice orientale, legale rappresentante della società Oceano Tex srl, operante nel commercio all’ingrosso di tessuti, è stata arrestata in flagranza di reato. Le accuse, mosse anche al datore di lavoro di fatto dell’impresa, sono di sfruttamento della manodopera irregolare, favoreggiamento all’immigrazione e autoriciclaggio. L’indagine, affidata al nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza, contesta l’impiego di lavoro nero, condizioni di sfruttamento e la violazione delle norme di sicurezza. Durante l’intervento nella ditta, alle Fontanelle, sono stati trovati sei operai privi di permesso di soggiorno (quattro cinesi e due pakistani), di cui 2 cittadini cinesi irregolari in Italia.

Come in altri casi, riporta una nota del procuratore Luca Tescaroli, “è emerso un contesto lavorativo altamente vessatorio e disumano: i dipendenti erano costretti a turni massacranti di 12 ore al giorno i più, 7 giorni su 7, senza riposo settimanale, e ricevevano lo stipendio esclusivamente in contanti, senza alcuna forma di tutela previdenziale”. Ulteriori verifiche del gruppo antisfruttamento della Asl Toscana Centro e dei vigili del fuoco di Prato hanno evidenziato gravi violazioni delle norme di sicurezza, confermando il totale disprezzo delle misure di tutela per i dipendenti”.
Nel corso delle perquisizioni nell’azienda e nell’abitazione dell’indagata, sono stati sequestrati beni ritenuti il provento del reato di riciclaggio: 89.070 euro in contanti, parti dei quali nascosti in un armadio, e tre orologi di lusso (due Patek Philippe e un Rolex), per un valore complessivo di circa 160.000 euro.

L’operazione si inserisce nella strategia di contrasto al fenomeno di sfruttamento del lavoro, evasione fiscale e riciclaggio e tesa a colpire duramente chi cerca di trarre profitto da sistemi illeciti; reati che ostacolano lo sviluppo di un mercato leale e trasparente, che impediscono la tutela dei diritti dei lavoratori.
Uno sforzo di contrasto che si avvale anche della collaborazione da parte delle vittime. L’invito a denunciare i propri sfruttatori e di avvalersi delle tutele previste dall’ordinamento, rivolto pubblicamente dal procuratore di Prato Luca Tescaroli il 6 febbraio scorso – è stato recepito, a oggi, da diciassette lavoratori cinesi e pakistani.