30 Aprile 2025

Ancora disordini alla Dogaia: detenuto prende a pugni un agente di polizia penitenziaria

La Uilpa torna a chiedere provvedimenti: "Situazione al collasso, personale ridotto al minimo e agenti costretti a doppi turni"


Altro episodio di violenza all’interno della casa circondariale di Prato. Un assistente della polizia penitenziaria, addetto alla manutenzione dei fabbricati, è stato colpito al volto da un pugno scagliato da un detenuto di origine nordafricana, non nuovo a episodi di disordine e intolleranza alle regole. L’uomo aveva già colpito qualche mese fa un altro operatore di polizia penitenziaria.

L’agente ferito ieri ha dovuto fare ricorso alle cure dell’ospedale per le ferite subite, riportando una prognosi di 7 giorni.

“Gli episodi di violenza e disordini – afferma Ivan Bindo, segretario della Uilpa – ormai sono all’ordine del giorno all’interno del carcere cittadino, detenuti che per motivi più banali ormai aggrediscono gli agenti, forzano gli sbarramenti dei reparti o, come successo anche oggi, si arrampicano sulle reti del campo sportivo per creare solo disordini. Attualmente l’istituto pretese è il più grande della regione ma con metà del personale rispetto alla consorella del capoluogo fiorentino, con quasi il doppio dei ristretti”.

I detenuti della Dogaia suprano il numero di 640, a fronte di una capienza regolamentare di 589 posti.

“Nel prossimo periodo – afferma Ivan Bindo – ci fanno sapere che ci sarà un ulteriore cambio al vertici del reparto di Polizia Penitenziaria, un altro comandante che arriva “a tempo” come gli ultimi che si sono avvicendati che porterà ancora più caos in una situazione già al collasso di suo. In questi giorni il personale è ridotto al livello minimo ed è obbligato a svolgere doppi turni con inizio alle 8 del mattino fino alle 24. Un numero di ore di straordinario elevato che, come sta capitando spesso, non viene nemmeno retribuito mensilmente in quanto il capitolato dedicato è inferiore alle esigenze. Sfruttati e beffati.
Esprimiamo vicinanza al collega ultimo ferito, ma soprattutto siamo vicini a chi ogni giorno cerca di fare rispettare le regole in una situazione ormai abbandonata a se stessa. Abbiamo chiesto anche un incontro al prefetto prima di Pasqua ma evidentemente cosa avviene all interno delle mura del carcere non interessa fuori.
Cosa aspettano? Noi siamo qui in attesa”.