20 Aprile 2025

Escalation violenza: la città che tutti ha accolto non può sopportare questo estremo sfregio


Notti di sangue.
Ormai c’è chi, svegliandosi al mattino, consulta i siti di informazione, temendo  sia stata un’altra notte di sangue. Ormai i delitti commessi o tentati in pieno centro, nella comunità cinese sono all’ordine del giorno. Anzi, della notte. Delitti efferati, non solo per sostanza e finalità, ma per metodi di esecuzione: spari a bruciapelo, in volto.  Donne colpite, anche se ormai il rispetto nei loro confronti è sparito ovunque.
L’accoglienza di Prato ai cinesi è avvenuta col più ampio registro di sanzioni e lusinghe. Dal bastone dall’assessore Milone alla carota sono state applicate tutte le misure.

Partendo dalla comprensione verso chi, avendo commesso ogni tipo di illegalità si giustificava: “ma io lavoravo”. E il lavoro non è mai un reato. Può esserlo il modo in cui lo si effettua. Ma il lavoro di per sé, non è  contro la legge.
Stavolta no. Il bagno di sangue delle notti recenti non trova scuse né possibilità di redimersi. La città che tutti ha accolto non può sopportare questo estremo sfregio.
È il messaggio che andrebbe diffuso nella comunità cinese integrata, che opera legalmente ed è la maggioranza. Affinché tutti siano costretti a sapere ed a prendere le distanze da chi commette delinque abitualmente. Che si tratti di mafia cinese oppure no, cercheranno di stabilirlo, per l’ennesima volta, i magistrati. Merita solo ricordare che nel dopoguerra sono arrivati a Prato decine di migliaia di italiani del Sud. Hanno portato la propria onestà e voglia di lavorare. Hanno avuto per Prato il rispetto che meritava allora. Che merita sempre.