1 Aprile 2025

Evasione della Tari, Cocci: ““Il Comune non incassa 12 milioni dalle aziende, ma vuole occuparsi dei permessi di soggiorno”

“A Prato esiste una parte del distretto produttivo che da anni si sottrae sistematicamente al pagamento della TARI. Tutti sanno dove si concentra questo fenomeno, eppure il Comune resta fermo".


“È surreale che il Comune di Prato continui a lamentarsi della scarsità di fondi statali, quando è esso stesso a dimostrare, anno dopo anno, una totale incapacità nel far rispettare le regole e nel riscuotere ciò che gli è dovuto. Un’amministrazione che non sa gestire le proprie competenze non può pensare di assumere quelle altrui.”
Così Tommaso Cocci, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Comunale, commenta i dati relativi alla TARI per le utenze non domestiche, ovvero quella che riguarda imprese, attività produttive e commerciali.

“Nel 2024 – spiega Cocci – il Comune ha emesso oltre 27 milioni e mezzo di euro in avvisi TARI verso le aziende della città, ma ne ha incassati poco più di 15 milioni e 800mila. Manca all’appello quasi il 43% del dovuto: un buco di quasi 12 milioni di euro. E non è una novità. Dal 2020 a oggi, la capacità di riscossione è crollata progressivamente: si è passati da un tasso del 70,2% nel 2020 al 67,6% nel 2021, al 63,5% nel 2022, fino al 56,7% nel 2023. Nel 2024 si registra un leggerissimo rialzo al 57,1%, ma siamo ben lontani da livelli accettabili. È il segno evidente di una macchina amministrativa che si sta fermando, e che non riesce più a garantire equità né sostenibilità fiscale.”

“A Prato esiste una parte del distretto produttivo che da anni si sottrae sistematicamente al pagamento della TARI, con aziende intestate a prestanome, sedi inesistenti, continui cambi di intestatari. Tutti sanno dove si concentra questo fenomeno, eppure il Comune resta fermo, silenzioso, cieco.
Nel frattempo, le imprese in regola vengono lasciate sole, costrette a pagare anche per chi non contribuisce, in un sistema che premia la furbizia e punisce la correttezza.”

“Ma l’assurdo è che, mentre fallisce sulle proprie responsabilità, l’amministrazione propone di occuparsi di permessi di soggiorno. Una materia che spetta per legge al Ministero dell’Interno e alle Questure. È un’iniziativa istituzionalmente inaccettabile, figlia di un attivismo ideologico che confonde i ruoli e mina l’equilibrio tra gli enti dello Stato”.

“Prato – conclude Cocci – ha bisogno di ordine, serietà e rispetto delle istituzioni. Serve rigore verso chi evade, trasparenza nella gestione, e la volontà politica di tutelare le aziende oneste”.