“Non conoscevo Denisa. Io a Prato non ci sono mai stato, né sono in contatto con gruppi di rumeni che possano garantire la liberazione della ragazza”. Così, ieri sera a Chi l’ha visto?, ha parlato l’avvocato di Reggio Calabria indagato in concorso con ignoti per il sequestro di persona di Maria Denisa Adas, la escort trentenne rumena, scomparsa dal residence Ferrucci nella notte fra il 15 e il 16 maggio scorsi.
All’iscrizione nel registro degli indagati, la Procura di Prato è arrivata dopo aver sentito un’amica della 30enne scomparsa, la quale avrebbe riportato le confidenze della madre di Denisa a proposito di contatti telefonici avuti con l’avvocato che avrebbe potuto aiutarla a rivedere la figlia.
Secondo Maria Cristina Paun (che per non aver riferito la circostanza è stata indagata per false dichiarazioni ai pm) e secondo lo stesso avvocato reggino si sarebbe trattato di un grande equivoco, come spiegato nei giorni scorsi anche dall’avvocato Marianna De Simone, che assiste la donna.
“Sono un grande amico di Cristina Paun, la madre di Denisa. La signora mi chiamò dopo la scomparsa della figlia, perchè voleva in qualche modo che assumessi il caso” ha spiegato a Chi l’ha visto? l’avvocato calabrese, il quale nel corso delle telefonate avute con la donna avrebbe provato a rassicurarla sul fatto che Denisa potesse essere ancora viva, semplicemente per alleviare le sue sofferenze, esprimendo un auspicio e nulla più.
Dodici giorni dopo la scomparsa della escort, dunque, le indagini della Procura di Prato, affidate ai carabinieri, sono ancora alla ricerca di riscontri tangibili. Fra le ipotesi, ci sono il sequestro da parte di un gruppo di connazionali interessati allo sfruttamento della prostituzione, l’azione violenta da parte di un cliente o una rapina degenerata. Il giorno della scomparsa, la ragazza aveva detto alla mamma di essere stata seguita da due uomini quello stesso pomeriggio fin sull’uscio dell’appartamento al primo piano. Gli inquirenti hanno poi raccolto la testimonianza di un’altra persona che nei giorni della permanenza a Prato della escort, le ha sentito dire con tono concitato: “Se mi trovano, mi ammazzano”, mentre parlava al telefono con un interlocutore ignoto. Denisa, dunque temeva per la propria incolumità. Capire il motivo delle sue paure, potrebbe condurre dritti ai responsabili della sua scomparsa.