Non una semplice interlocuzione fra uno dei più importanti imprenditori del distretto tessile pratese ed una pubblica amministratrice. Ma un rapporto patologico di asservimento della seconda al primo. Così gli inquirenti della Procura di Firenze intendono la relazione fra Riccardo Matteini Bresci, già socio di maggioranza del Gruppo Colle, e la sindaca di Prato Ilaria Bugetti. Entrambi sono indagati per corruzione e giovedi prossimo parleranno al giudice per le indagini preliminari, che dovrà decidere se disporre le misure cautelari chieste dai pm: carcere per Matteini Bresci e arresti domiciliari per Bugetti.
Gli investigatori ipotizzano uno scambio corruttivo: Matteini Bresci avrebbe assicurato il finanziamento delle campagne elettorali di Bugetti, anche attraverso altri imprenditori amici, per un totale di 27.000 euro alle ultime amministrative. C’è poi l’assunzione dell’allora consigliera regionale con contratto part-time nel 2016, impiego poi mantenuto per 8 anni, in una società assicurativa della propria galassia imprenditoriale. E c’è il procacciamento di voti anche tramite la mobilitazione di ambienti massonici, di cui Matteini Bresci, ritenuto a capo di una loggia, si vanta parlando con altre persone, decantando l’influenza esercitata sull’esponente politica, definita alla stregua di uno strumento nelle sue mani.
Dall’altra parte del presunto scambio illecito ci sono una serie di favori che Bugetti avrebbe reso a Matteini Bresci. Le contestazioni riguardano sia l’attività da consigliera regionale, sia il suo ruolo di sindaca di Prato. Nel primo caso. Bugetti si sarebbe attivata, su pressione dell’imprenditore, per ottenere dagli uffici tecnici competenti in Regione Toscana rettifica del quantitativo di acqua prelevabile dalla società controllata H2E srl, partecipata dal Gruppo Colle. Un’altra intermediazione sospetta con gli uffici tecnici è quella che riguarda la rivalutazione in eccesso dei limiti previsti per gli scarichi di reflui industriali in fognatura.
Altre accuse riguardano il ruolo di garante che Bugetti avrebbe assunto nell’ambito dell’accordo di cessione di quote di Gida da parte di Confindustria Toscana Nord e del Comune di Prato ad Alia. Un accordo in cui la Multiutility si impegnava a garantire tariffe di depurazione più favorevoli alle imprese e a realizzare nel proprio piano di investimenti la fognatura separata, che fra le varie opere, collegasse il Gruppo Colle al depuratore del Fabbro, un intervento che avrebbe consentito all’azienda di non provvedere in proprio ad installare un depuratore a piè di fabbrica.
Infine, da sindaca, a Bugetti viene contestato di essersi interessata direttamente – su richiesta di Matteini Bresci e di altri imprenditori – alla pratica che alla fine dello scorso anno ha sbloccato la concessione di un terreno comunale al Consorzio Progetto Acqua, presupposto fondamentale per far partire i lavori di scavo della fognatura industriale.
Da parte sua, in relazione alla cessione delle azioni della società Gida da parte di Confindustria Toscana Nord, l’associazione degli industriali “dichiara con fermezza che l’iter seguito per giungere a tale atto è stato condotto con la massima correttezza e trasparenza dai punti di vista sia amministrativo che di relazione con i diversi attori coinvolti a vario titolo nell’operazione”.