12 Giugno 2025

Carmignano ricorda i partigiani caduti l’11 giugno 1944


La lettura delle poesie di Bogardo Buricchi da parte dei ragazzi della media “Il Pontormo”. La consegna del Manifesto di Ventotene, «simbolo – nelle parole del sindaco Edoardo Prestanti – di un’Europa federale, terra di pace, liberata da nazionalismi e sovranismi», al cippo che ricorda il suo sacrificio e quello dei suoi tre giovani compagni. La biografia tracciata dello stesso Buricchi dal dirigente dell’istituto comprensivo di Carmignano Giacinto Ciappetta, «il suo travaglio giovanile, passato attraverso la scomparsa della madre, dal seminario pistoiese agli ambienti culturali fiorentini, che lo portarono ad una scelta radicale di vita». Il dovere di rievocare dell’assessore alla Cultura Maria Cristina Monni «quell’azione partigiana, quell’esplosione avvertita a molti chilometri di distanza». «Il dovere di essere qui», rammentato da David Desideri presidente della locale sezione Anpi. Sono tutte istantanee di una commossa e partecipata cerimonia, in cui i Comuni della provincia, Prato in testa, presenti coi loro gonfaloni, di Signa, Provincia e Regione, anch’essi coi loro gonfaloni, si sono stretti attorno alla comunità di Carmignano per omaggiare, ancora una volta, i quattro partigiani caduti 81 anni fa. Alighiero Buricchi, Bogardo Buricchi, Ariodante Naldi, Bruno Spinelli, l’11 giugno 1944 fecero saltare per aria, in prossimità della fabbrica Nobel, alla stazione di Carmignano (Poggio alla Malva), un treno nazista carico di esplosivo: «Non fu un’azione fine a se stessa – ha detto il sindaco Prestanti durante la commemorazione –, fu un atto che contribuì a piegare la resistenza nazista». E non fu neppure, nelle frasi pronunciate dal preside Ciappetta, che ha tenuto l’orazione ufficiale, «un’azione isolata, ma il gesto eroico che, come altri, hanno illuminato il cammino verso la libertà. Anche negli anni più bui, le coscienze hanno un sussulto, sanno risvegliarsi. Bisogna sempre non dimenticare che democrazia e libertà sono un dono prezioso, datoci da quei giovani, che va coltivato e salvaguardato continuamente, perché non è dato una volta per tutte». Come la pace, evocata da Desideri, nel suo intervento, esponendo la bandiera con i suoi colori: «Oggi si parla solo di guerra e di riarmo. Bogardo e i suoi compagni si sono sacrificati per mettere fine alle guerre, alle invasioni, alle tragedie come Gaza». «Un futuro anche di giustizia», nelle parole conclusive del sindaco in memoria dei quattro partigiani caduti l’11 giugno 1944.