Con le dimissioni del sindaco, nel caso di Prato, della sindaca, vale la regola del “simula stabunt simul cadent”: il primo cittadino di un Comune e il Consiglio comunale cessano insieme dalla carica. Leonardo Bianchi, docente di diritto costituzionale all’Università di Firenze, spiega i passaggi che attendono l’Amministrazione comunale di Prato dopo la decisione di Ilaria Bugetti di rassegnare le dimissioni da sindaca della città.
Guardando alla legge in materia, secondo lei, le elezioni comunali si terranno in autunno, in concomitanza con le elezioni regionali, oppure è più probabile che ci saranno nella primavera 2026?
“Mentre per le regionali il decreto di convocazione spetta al Presidente della giunta regionale, nel caso dei Comuni spetta al Ministro dell’interno, dunque gli organi che convocano i comizi elettorali nei due casi sono diversi. Si tratta di capire se si voglia andare verso l’accorpamento di turni elettorali o meno.
La legge per gli enti locali prevede un turno elettorale in primavera all’anno, salvo quanto previsto per le Regioni ad autonomia speciale e quindi è prevedibile che si possa andare alle elezioni a primavera prossima a meno che non ci sia una disponibilità a fare un election day congiunto tra Ministero dell’interno e Regione”.
Quindi andare alle elezioni in autunno è tecnicamente possibile ma improbabile?
“Direi di sì, la soluzione più probabile è quella del commissariamento con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministero dell’interno, e il commissario del Comune sarà poi l’organo che raccoglie in sé l’esercizio delle funzioni di tutti e tre gli organi del Comune: del sindaco, della giunta e del consiglio comunale. È un organo plenipotenziario, al quale non competono le grandi scelte di indirizzo politico, il commissario si limita al disbrigo degli affari correnti e questo può avere delle ripercussioni sulla vita pubblica di Prato, se come è probabile le elezioni verranno convocate per la primavera prossima”
Leonardo Bianchi spiega inoltre che non ci sarebbe alcun impedimento a Matteo Biffoni, se lo volesse, di candidarsi nuovamente a sindaco dopo i due mandati consecutivi. “Non ci sono ostacoli perché il limite per i due mandati consecutivi, che opera per i Comuni con più di 15mila abitanti in base all’articolo 51 del testo unico degli enti locali, è venuto meno con la fine del mandato Bugetti, anche se durato solamente un anno”.