18 Giugno 2025

Prevenzione idrogeologica, in Toscana in 10 anni speso solo il 25% delle risorse ricevute dallo Stato

Il dato è riportato dal Ministero della Protezione civile. Musumeci: "A Prato consumo di suolo al 14,3%", il doppio della media nazionale


Il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, ieri in audizione in commissione parlamentare di inchiesta sul Rischio idrogeologico e sismico del territorio italiano, ha ricordato che la Regione Toscana, negli ultimi dieci anni, ha ricevuto dai governi centrali risorse pari a circa 884 milioni di euro per la mitigazione del rischio idrogeologico ma che, a fronte di questi stanziamenti, sono stati effettivamente spesi circa 222 milioni di euro, ovvero il 25,02% del totale. Lo scrivono il deputato e vice coordinatore regionale toscano Francesco Michelotti e il deputato pratese di Fratelli d’Italia Chiara La Porta.

Il ministro Musumeci ha quantificato in 188,2 milioni di euro le risorse stanziate dal governo Meloni per interventi in seguito all’alluvione in Toscana del novembre 2023 e ha aggiunto che è in corso di finalizzazione l’iter per la deliberazione del fabbisogno del rischio residuo. Il ministro ha poi puntato il dito sulla cementificazione in aree profondamente urbanizzate come l’area metropolitana tra Prato-Firenze-Pistoia citando il rapporto Ispra 2023: a fronte di una media regionale toscana del 6,2% di consumo di suolo (un punto sotto la media nazionale), a Prato e provincia si è costruito nel 14,3% del territorio (seguono la provincia di Pistoia al 10,3% e Livorno al 10,2%). “Sempre secondo gli stessi dati – ha aggiunto Musumeci – in Toscana risultano cementificati 142.320 ettari di terreno. Nel 2023 oltre il 30% dei nuovi interventi di consumo di suolo in Toscana sono avvenuti in zone a pericolosità da frana, con il 5% in aree classificate ad elevato rischio o rischio molto elevato”.

Il problema della messa a terra di interventi di prevenzione idrogeologica è comune ad altre Regioni italiane. Musumeci ha citato anche i dati dell’Emilia-Romagna, che dal 2015 ad oggi ha ricevuto dai governi succedutisi oltre 1 miliardo di euro e ne ha spesi soltanto 267 milioni, pari al 25,53% del totale finanziato.
Ma perché è così difficile realizzare le opere per la mitigazione del rischio idrogeologico a fronte di finanziamenti ricevuti dallo Stato a tale scopo?
“La differenza tra risorse stanziate ed effettivamente spese, alla luce dei dati riportati, è imputabile a vari fattori – ha provato a rispondere il ministro Musumeci – tra cui la complessità delle procedure autorizzative e progettuali, la frammentazione delle competenze fra enti diversi (commissari, Regioni, Comuni), il tempo necessario per la definizione dei progetti esecutivi e per l’espletamento delle gare, la criticità legata alla capacità amministrativa di alcuni soggetti attuatori, la presenza di numerosi interventi rilevanti attualmente in corso di esecuzione, i nuovi eventi alluvionli che hanno modificato esigenze e stato dei luoghi. Di fronte a tale quadro – ha concluso Musumeci – il governo è impegnato a semplificare questi processi, anche attraverso l’adozione di strumenti normativi e organizzativi volti a rafforzare le governance territoriali e a favorire un uso più efficiente e più rapido delle risorse disponbili”.

A fronte dei dati, il deputato e vice coordinatore regionale toscano Francesco Michelotti e il deputato pratese di Fratelli d’Italia Chiara La Porta attaccano la Regione Toscana: “Sosteniamo da anni che le politiche regionali di sinistra, sul fronte della prevenzione e della protezione del territorio, siano state fallimentari, miopi e totalmente prive di visione. Questi numeri parlano chiaro: dichiarano un’incapacità amministrativa totale nel trasformare i finanziamenti in interventi concreti che avrebbero potuto almeno mitigare i danni che hanno devastato alcuni territori toscani nel novembre 2023, in particolare quello di Prato. Si è scelta piuttosto la cementificazione selvaggia, come dimostra proprio la provincia pratese, che fa registrare il 14,3% di consumo di suolo, un dato che, come ha ricordato il ministro, significativamente superiore alla media regionale. Confidiamo in un radicale cambio di passo in futuro, quando le passerelle mediatiche della sinistra, e la corsa ai tagli del nastro della sinistra, saranno solo un ricordo”.