Tredici gli indagati, che avrebbero messo in piedi un sistema articolato per l'evasione.
Emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione fiscale, riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego di proventi illeciti. Sono i reati contestati a 13 persone, indagate dalla Procura di Prato, che avrebbero messo in piedi un sistema articolato finalizzato all’evasione di imposte dirette e dell’Iva nel settore tessile.
Il sistema si reggeva grazie all’impiego di imprese cartiere, interposte nei rapporti di fatturazione, che emettevano documentazione fiscale fittizia a beneficio del sodalizio che aveva orchestrato la frode; l’utilizzo di una società ufficialmente dislocata in Bulgaria, ma di fatto operante in Italia, per sottrarre i redditi al controllo dell’erario; la creazione di ditte individuali e società intestate a prestanome, ma effettivamente dirette dai 13 indagati.
I proventi generati dall’evasione venivano successivamente “ripuliti” attraverso operazioni di autoriciclaggio gestite dagli stessi soggetti coinvolti e, in alcuni casi, attraverso attività di riciclaggio e reimpiego curate da terzi estranei alla frode.
Gli indagati hanno aderito ai verbali di contestazione, consentendo allo Stato di recuperare oltre mezzo milione di euro tra Iva e imposte evase.