Trovata morta Maria Denisa Adas. Fermato un uomo di 32 anni: “L’ho uccisa perché mi ricattava”
Il corpo senza vita della giovane donna, scomparsa dalla metà di maggio, è stato rinvenuto in un casolare a Montecatini. La cattura dell'uomo nel video dei carabinieri
“L’ho uccisa perché mi ricattava”. L’uomo sottoposto a fermo per l’omicidio di Maria Denisa Adas Paun, una guardia giurata di 32 anni di nazionalità romena, ha confessato di aver ucciso la 30enne perché lei lo avrebbe ricattato minacciandolo di rivelare alla moglie un loro rapporto sessuale a pagamento se non le avesse dato 10mila euro. Interrogato in Procura, ha ammesso di essere lui quello ripreso dalla telecamere del residence Ferrucci, dove è stata vista Maria Denisa per l’ultima volta, quasi tre settimane fa. L’uomo ha anche ammesso di averla strangolata nella stanza del residence, poi di averla decapitata e di aver messo la testa in un sacco per l’immondizia, che ha inserito nella valigia nera della vittima insieme al resto del corpo, caricando tutto nel bagagliaio della propria auto. A riferirlo è il procuratore Luca Tescaroli in una nota della Procura di Prato. L’uomo ha anche affermato di aver bruciato la testa di Maria Denisa e la valigia nera della donna nel giardino di casa, usando della benzina e della legna. Nei punti indicati sono state trovate delle tracce che verranno utilizzate.
È stata effettuata una ulteriore perquisizione nei confronti di un cittadino italiano, non indagato, risultato in contatto con la vittima e presente nel residence Ferrucci tra le 22,09 e le 23,36 del 15 maggio, nelle stesse ore nelle quali è stato presumibilmente compiuto l’omicidio.
La vicenda della scomparsa di Maria Denisa Adas Paun si era conclusa ieri, 4 giugno, in maniera tragica. La trentenne rumena della quale non si avevano più notizie dalla notte tra il 15 e il 16 maggio. Alle 11,20 di mercoledì 4 giugno il corpo senza vita della giovane è stato trovato a ridosso di un casolare abbandonato, nascosto tra i rovi, nei pressi di una mulattiera nel comune di Montecatini Terme. L’ultima volta Maria Denisa era stata vista al residence Ferrucci di Prato quasi tre settimane fa, poi di lei si erano perse le tracce.
La Procura di Prato, che ha coordinato le indagini, ha emesso un fermo di indiziato di delitto nei confronti di un rumeno di 32 anni, residente a Monsumanno Terme. I reati contestati sono omicidio e soppressione di cadavere. Decisivi ai fini delle indagini sono risultate le immagini delle telecamere di sorveglianza, l’analisi dei tabulati telefonici e dei tracciati dei positioning sulla Golf utilizzata dal presunto omicida. Sul corpo della vittima è stata disposta l’autopsia.
Quel che è certo è che chi ha ucciso Denisa ha gettato il suo corpo ormai senza vita sotto un cumulo di sterpaglie e rovi sperando che non fosse mai più ritrovato. Nelle vicinanze del casolare sarebbe stata trovata una valigia: l’ipotesi investigativa è che Denisa sia stata uccisa in un altro luogo e il corpo trasportato fino al casolare, nascosto all’interno della stessa valigia, probabilmente la stessa che è sparita dal residence Ferrucci, dove la escort ha soggiornato alcuni giorni per ricevere i clienti, fino al momento in cui con ogni probabilità è stata sequestrata. Nei giorni della sua permanenza a Prato Denisa aveva confidato di temere per la propria incolumità: al telefono con qualcuno, sentita da una terza persona, ha detto: “Se mi trovano, mi uccidono”. La madre ha riferito che la figlia si era detta preoccupata perché il pomeriggio prima della scomparsa era stata seguita da due uomini dentro al residence e fin sulla soglia della stanza al primo piano.
Il 32enne romeno è stato fermato a Monsummano Terme con un blitz dei Carabinieri (nel video sopra i momenti salienti della cattura) a cui hanno preso parte anche i Gruppi speciali ed un elicottero. Risulta che l’uomo, incensurato e residente a Monsummano Terme, abbia un lavoro come guardia giurata. Gli inquirenti lo hanno sottoposto ad un lungo interrogatorio nel tardo pomeriggio che è andato avanti fino a sera.
Grazie alle immagini delle telecamere disponibili, i risultati dei tabulati telefonici, i tracciati dei positioning della Volkswagen Golf da lui utilizzata e un lavoro di riscontri e incrocio dei dati, i carabinieri con pazienza sono arrivati a lui e a circoscrivere il luogo dove poi sono stati ritrovati i resti di Denisa.
Una zona impervia di Montecatini, sopra Le Panteraie, in cui si arriva imboccando una mulattiera di collina, la stessa che probabilmente ha percorso il killer. Decisivo è stato un sopralluogo nella giornata di mercoledì e disposto dalla procura di Prato, con l’ausilio dei carabinieri del Ros, del Gis e dei Nuclei investigativi dei reparti operativi di Prato e di Firenze. C’erano in ausilio anche i vigili del Fuoco. Secondo quanto emerge, l’assassino avrebbe sperato di nascondere ogni traccia e contava sul fatto che, a poco a poco, del cadavere di Denisa non restasse niente. Ma il killer avrebbe commesso numerosi passi falsi. La riaccensione del telefonino della vittima la notte della scomparsa per alcuni minuti è stato infatti sufficiente a uno scambio di traffico di dati con almeno altri due dispositivi. La circostanza ha permesso agli inquirenti di localizzare le celle telefoniche nella zona di Montecatini. I tragitti fatti per arrivare al casolare sono stati trappole involontarie per il killer: anche se è una zona isolata della campagna e lo stabile rurale è abbandonato, le strade per arrivarci sono vigilate da telecamere di abitazioni e ville private, in un contesto circostante molto antropizzato e anche sensibile per la presenza di vari fenomeni criminali.
Le indagini dovranno ora stabilire se Denisa sia stata uccisa subito o sia rimasta sequestrata giorni prima di morire. Andrà anche accertato se l’unico fermato, il connazionale 32enne, sia anche l’unico autore dell’omicidio o se abbia agito con altri. La procura farà effettuare l’autopsia al più presto a Prato, un esame che darà risposte anche sulle modalità di uccisione, forse per soffocamento.