7 Giugno 2025

Videosorveglianza, l’opposizione: “Serve chiarezza”

I consiglieri Soldi e Cocci puntano il dito contro la giunta Bugetti e le falle del sistema di videosorveglianza

Opposizione all’attacco sulla gestione della sicurezza urbana in città. A quasi un mese dall’omicidio della escort Maria Denisa Adas, scomparsa a Prato il 15 maggio e ritrovata morta in un casolare a Montecatini terme, il Comune non avrebbe ancora messo a disposizione della Procura le immagini della videosorveglianza. Una falla tecnica che ha rallentando le indagini e che ha acceso la polemica politica. I consiglieri comunali Tommaso Cocci di Fratelli d’Italia e Leonardo Soldi della Lista Civica Gianni Cenni Sindaco puntano il dito contro la giunta Bugetti e sulle falle del sistema di videosorveglianza.
Soldi in una nota sottolinea che “La drammatica vicenda di Maria Denisa Adas, culminata con la confessione di un duplice omicidio, ha messo a nudo una realtà inquietante: il sistema di videosorveglianza comunale di Prato non è in grado di reggere sotto pressione. Come ha denunciato il procuratore Tescaroli, se i filmati fossero stati consegnati nei tempi richiesti, ‘il caso sarebbe stato risolto almeno dieci giorni prima’. Una frase gravissima che dovrebbe scuotere le coscienze, soprattutto di chi amministra questa città. Vale la pena ricordare che, oltre alla geolocalizzazione tramite celle telefoniche, questo caso è stato risolto anche grazie ad alcune telecamere di videosorveglianza, in particolare quelle private. Questo dimostra chiaramente che strumenti di questo tipo sono fondamentali per risolvere concretamente i crimini, ma anche – e soprattutto – per prevenirli”. Il capogruppo della Lista civica Gianni Cenni Sindaco aggiunge che “dal 3 settembre 2024 giace all’ordine del giorno del Consiglio Comunale una mozione presentata dal capogruppo della Lega Stanasel per istituire un’anagrafe della videosorveglianza privata nel territorio comunale. Una proposta concreta, utile, sensata, che è stata totalmente ignorata dalla maggioranza. Eppure il Sindaco, in occasione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica del 18 luglio 2024, riunito a seguito dell’aggressione con accoltellamento di un cittadino cinese e dell’incendio di un’attività commerciale in località Macrolotto, aveva assunto l’impegno ufficiale a rafforzare la rete di videosorveglianza, parlando di “progettualità in corso”. Ma allora, cosa è stato fatto da allora a oggi?”. Infine Soldi conclude annunciando che il consigliere comunale Lorenzo Frasconi ha richiesto ufficialmente nei giorni scorsi al presidente della Commissione competente la convocazione urgente per fare piena luce su quanto accaduto.
Come sottolineato da Tommaso Cocci, “Come già sollevato dal collega Soldi, è inaccettabile che – come dichiarato dalla Procura – ci siano state difficoltà ad accedere alle immagini, telecamere fuori uso, server saturi e software inadeguati. Parliamo di 200 telecamere, 5 server e oltre 200 terabyte di dati: un patrimonio pubblico che va gestito con rigore, non con superficialità o scaricabarile. Il Comune di Prato, che secondo quanto riportato ha ritardato la consegna del materiale video e parlato genericamente di ‘enorme mole di dati’, deve spiegare ai cittadini: quante telecamere funzionano davvero? Quante sono spente o non operative da mesi? Quanti soldi sono stati spesi per un sistema che poi non funziona nei momenti cruciali? E perché queste inefficienze emergono solo quando c’è una tragedia?”. Cocci annuncia inoltre di aver depositato un formale accesso agli atti per ottenere la mappa completa del sistema di videosorveglianza, i costi sostenuti, i contratti di manutenzione, e lo stato di funzionamento di ogni singola telecamera.