In molti casi si tratta di assoluzioni, ma c'è il rischio che alcune pene vadano in prescrizione
Oltre 10mila sentenze penali ferme, delle quali non è mai stata dichiarata l’irrevocabilità e che quindi non sono mai arrivate sul tavolo dei pm per l’esecuzione, a causa della carenza di organico. Tra queste risultano anche alcune condanne per reati gravi. È quanto accade al tribunale di Prato, dove da anni viene denunciata una situazione quasi al collasso, dettata dalla questione della grave e cronica mancanza di personale, a fronte di un carico di lavoro che continua a crescere sempre di più. Un dato tra tutti, nel palazzo di giustizia pratese manca il 47% del personale amministrativo, il lavoro continua ad aumentare e gli arretrati ad accumularsi. “Una situazione inaccettabile perchè si vanifica il servizio della giustizia verso i cittadini”, denuncia il procuratore di Prato Luca Tescaroli.
Sono oltre 10mila, come detto, le sentenze ferme nell’archivio del Tribunale, luogo per altro il cui accesso è stato inibito fino alla messa in sicurezza dei locali stessi, a seguito dei lavori che avranno una verosimile durata fino al giugno 2026. Si tratta di sentenze su varie tipologie di reato. In molti casi si tratta di assoluzioni, ma anche queste sono importanti per i cittadini: basti pensare che se una persona deve partecipare ad un concorso pubblico senza l’attestazione definitiva dell’assoluzione non può farlo in quanto risulta ancora presente un carico pendente. Tra i fascicoli fermi, ci sono anche alcune condanne per cui la pena si è già estinta o rischia di esserlo a breve. Tra queste c’è anche un caso di violenza sessuale. O per esempio qualche giorno fa è andata in prescrizione la pena per una sentenza divenuta definitiva nel 2012 inerente una condanna per rapina.
L’obiettivo è dunque ora quello di cercare di abbattere l’arretrato con le risorse a disposizione, ed è quello che sta cercando di fare la presidente facente funzioni del Tribunale di Prato Lucia Schiaretti. Un lavoro che ha preso il via dai procedimenti più recenti, e in particolare dalle sentenze emesse negli ultimi due anni, per le quali quindi la pena non si è estinta.