Il comitato di cittadini alluvionati chiede interventi concreti di messa in sicurezza del territorio
Dopo varie iniziative istituzionali e prese di posizioni in occasione del secondo anniversario dell’alluvione, il Comitato alluvionati di Bagnolo interviene per fare il punto sulla situazione e per chiedere risposte concrete di messa in sicurezza del territorio.
Di seguito, pubblichiamo l’intervento del Comitato.
“In questi due anni il Comitato di Bagnolo per l’alluvione ha esplorato il territorio di Montemurlo dappertutto e analizzandolo quando piove ha riscontrato varie problematiche. Vogliamo essere ascoltati, perché parlando dei problemi potremo suggerire soluzioni. Non siamo ingegneri idraulici, ma vediamo tutti i giorni ciò che accade sul posto, non siamo in una sala controllo, ma i nostri occhi sono tanti” scrive il Comitato, che poi aggiunge: !Assistiamo in questi giorni a continui spettacoli ad uso esclusivo di giornali e tv dove si esibiscono quelli che dovrebbero essere amministratori e manager ma appaiono illusionisti. Si presentano grandi progetti ma in concreto non ci sono date di realizzazione certe e risorse finanziarie, cos’è allora se non una illusione mediatica?”
“Le conferenze stampa, le interviste in Tv, e le sempre presenti “colpe degli altri” – attacca il Comitato di Bagnolo – non frenano la pioggia e non allargano i fiumi. E’ surreale che i vertici degli apparati burocratici diano la colpa alla burocrazia, è come sentire gli avvocati lamentarsi del fatto che i cittadini non conoscono il latino. Burocrazia vuol dire “il potere dei funzionari”, ovvero veramente volete far credere ai cittadini che chi avete messo negli uffici ha più potere di chi deve gestirli? Che le regole fissate dalla politica non possano essere gestite dai politici? Sinceramente siamo stanchi di questi teatrini”.
Il Comitato aggiunge: “Alla prima posa del teatro di Oste, dove il 2 novembre 2023 c’era oltre un metro d’acqua, siamo stati persino identificati dai vigili urbani e costretti a togliere uno striscione. Diciamo solo, e nessuno può zittirci, che l’articolo 9 della Costituzione “tutela l’ambiente, anche nell’interesse delle future generazioni”. La complessità dei progetti e il loro costo testimonia senza dubbio che si è gestito un territorio e delle reti senza neppure conoscere ciò su cui si doveva lavorare, secondo una logica di “tira a campare” che nulla ha di sistematico e progettuale. Abbiamo ascoltato in questi giorni l’Autorità di Bacino (non un politico) che diceva ai Comuni: sapete dov’è il rischio, e lo sapete da anni. Dal 2007 sono presenti studi idraulici sul nostro Comune che testimoniano cosa si doveva fare, e cosa non è stato fatto. I piani strutturali non servono a definire il territorio come lo si è trovato, ma come si vuole che sia in futuro, e di questo la prima responsabilità è quella politica.
Smettiamo quindi di parlare, è l’ora di fare.
In epoche di declino demografico e automazione industriale, parlare in televisione di sviluppo del territorio in termini di metri quadri edificati vuol dire non solo avallare gli scempi fatti in passato, ma assumersi in prima persona la responsabilità sul futuro. Amministrare non è tirare i dadi e mettere case ed alberghi al Monopoli, sono in gioco le vite di tutti noi, e a forza di tirare i dadi prima o poi si finisce nella casella sbagliata”.