Su uno striscione bianco, installato all’ingresso del parco cittadino di Montemurlo, sono stati scritti i nomi delle oltre 50 donne, uccise nel 2025, da chi diceva di amarle
Il Comune di Montemurlo e la Commissione pari opportunità celebrano la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne con un’installazione nel parco centrale dal titolo “Ricorda il mio nome. Le donne uccise nel 2025”, alla quale sono stati chiamati a partecipare gli studenti del liceo artistico “Umberto Brunelleschi” di Oste, il centro antiviolenza La Nara e i cittadini montemurlesi. Uno striscione bianco sul quale sono stati scritti i nomi delle oltre 50 donne che dall’inizio di quest’anno sono state uccise per mano di mariti, fidanzati, compagni.
Il sindaco Simone Calamai, gli assessori Valentina Vespi e Alberto Vignoli, la presidente della Commissione Pari opportunità Amanda Ravagli, la presidente del consiglio comunale Federica Palanghi, Francesca Ranaldi del Centro anti violenza La Nara, la vice preside del liceo Brunelleschi Sinforosa Petrocelli, Gilda Fronzoni della Commissione regionale Pari opportunità, i consiglieri Barbara Di Mastrorocco e Fabrizio Botarelli, le studentesse del liceo e tanti comuni cittadini hanno compiuto un gesto semplice ma carico di significato: scrivere un nome per ridare voce e dignità ad una donna e la sua storia. Come ha sottolineato Francesca Ranaldi della Nara «questi nomi non valono uno, dietro a ognuno ci sono figli, genitori, amici e parenti che soffrono le conseguenze di un gesto di estrema violenza e disprezzo per la vita». L’assessore Vespi ha ricordato il problema degli orfani di femminicidio, bambini e ragazzi che perdono la madre a causa della violenza di genere, un trauma che li espone a rischio di disturbo da stress post-traumatico, ansia, depressione e isolamento sociale. Amanda Ravagli ha messo in evidenza come la maggior parte delle donne vittime di femminicidio avesse un’età molto giovane:« Storie spezzate. Per questo riteniamo importante educare alla consapevolezza i nostri giovani, attraverso numerose iniziative, che vanno avanti tutto l’anno, e coinvolgono gli studenti del liceo Brunelleschi». Il sindaco Simone Calamai ha concluso: «Un gesto altamente simbolico, per ricordare il nome delle donne uccise nel 2025 e per dire mai più violenza sulle donne. Il nostro Comune è impegnato da tempo in campagne di sensibilizzazione sulle questioni di genere e sulle pari opportunità che devono diventare effettive in tutti gli ambiti della vita, in famiglia, sul lavoro, nelle istituzioni». In piazza anche la Sedia da Balia, realizzata dalle donne dell’associazione Il Capitombolo nell’ambito del progetto “Siedi, pensa, agisci”, ideato dal gruppo “Abbracciamo” di Dolores Bartolini di Comano Terme (Trento). Una vecchia sedia recuperata e rivestita di filato e tessuto come simbolo di accoglienza e rispetto verso chi l’ha occupata. Una riflessione rivolta ad ogni donna vittima di violenza, una donna che ha bisogno di essere accolta, compresa ed ascoltata.