Ultimi giorni di attività a Prato per la storica sede Cisl di via Pallacorda. Il 22 dicembre prossimo, le stanze dove nel corso di oltre 30 anni sono passati migliaia di lavoratori, pensionati e cittadini, chiuderanno per trasferire quei servizi in una nuova sede in viale Montegrappa. In un’ottica di potenziamento, la Cisl rafforza la propria presenza a Prato: dall’8 Gennaio aprirà infatti una nuova sede, più accessibile e funzionale: 600 metri quadrati, completamente ristrutturati, con locali tutti al piano terra. Le due settimane tra Santo Stefano e l’Epifania serviranno per il trasloco nella nuova ‘casa’, al 282 di viale Montegrappa, una delle vie più importanti di Prato, con un’ampia disponibilità nell’area di parcheggi e ottimi servizi di mobilità pubblica. La sede, aperta da lunedì a venerdì con orario continuato 9-18,30, ospiterà tutte le categorie della Cisl, dei vari settori lavorativi, i pensionati e ovviamente i moltissimi servizi messi a disposizione di iscritti e cittadini dal Caf e dal patronato Inas. Il numero telefonico resta lo stesso: 0574-6991.
“L’8 gennaio -dice il segretario generale Cisl Firenze-Prato, Fabio Franchi – consegneremo alla città e alla comunità pratese un nuovo spazio, pensato e disegnato per rendere la nostra Cisl più vicina, più accessibile e più accogliente ai tanti bisogni e alle tante domande che i cittadini di Prato e dell’intera provincia ci rivolgono quotidianamente. Le sedi sindacali da sempre sono un punto di riferimento, di accoglienza e di ascolto, il luogo privilegiato dove esercitare la vera prossimità; è con questa consapevolezza che un anno fa abbiamo deciso, convintamente, di procedere a questo importante investimento economico.”
“L’ultimo rapporto del Censis – continua il segretario – disegna un’Italia che non vuole prendere atto dei cambiamenti innanzi a noi: processi economici e sociali che sembrano volutamente rimossi dall’agenda politica e collettiva del paese. Nel 2050 l’Italia avrà quasi 8 milioni di persone in meno in età lavorativa, 36.000 giovani nell’ultimo anno sono andati a lavorare all’estero, mentre prende sempre più campo una società individualista e egoista. Ecco perché la nostra scelta va nella direzione opposta: presidiare e vivere i luoghi della comunità, provando a non essere ciechi ma attori protagonisti del cambiamento.”