Quando uscì, nel 1997, gli Afterhours erano un gruppo di nicchia della scena Indie e quella canzone che si apriva con una bestemmia non fece nemmeno troppo scalpore. Parliamo di “1.9.9.6.”, il secondo brano dell’album “Hai paura del buio”. Proprio quello che è stato rimasterizzato quest’anno dalla band con la partecipazione di alcuni importanti artisti. Nella nuova versione dell’album, in “1.9.9.6.”, cantata con Edoardo Bennato, la bestemmia iniziale è stata tolta. Ieri sera, però, è proprio con quelle parole – dunque con la versione originale della canzone – che si è aperto il concerto pratese organizzato dal Comune di Prato per la Pratestate. Oltretutto sotto il duomo.
Certo, erano gli Afterhours, con i loro testi controversi ed irriverenti che volevano – e vogliono ancora, nonostante sian passati quasi vent’anni – scontrarsi a forza con valori ed ideali definiti “borghesi”. Il concerto ha riproposto al pubblico di piazza Duomo la track list di Hai paura del buio? per intero, senza interruzioni e con una continuità indubbiamente travolgente. Protagonisti il muro di suono delle chitarre e l’inconfondibile voce di Manuel Agnelli, capisaldi in brani come Male di Miele e nel forsennato punk di Dea. Pochi i momenti di tregua, come la solitaria e travolgente interpretazione di Simbiosi regalata al pubblico da Manuel Agnelli e la sua sola chitarra acustica.
Due sono stati i bis nell’evento clou di Pratoestate, il primo dedicato al loro ultimo lavoro di inediti, come la riflessione di Costruire per Distruggere e l’intimistica Padania.
La coda del concerto, invece, ha infiammato gli animi di tutti gli appassionati. Con una carrellata di alcuni dei più grandi successi, la band si è unita al proprio pubblico in una serie di cori appassionati: Non è per sempre, Ballata per la mia piccola Iena, Quello che non c’è per concludere con un’emozionante Bye bye Bombay. Insomma, due ore di musica a tutto fuoco.
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