Come prevedibile è infuocato il clima in consiglio comunale, dopo il dietrofront di Biffoni e degli altri sindaci della piana, escluso quello di Poggio a Caiano, sulla vicenda del mancato ricorso al Tar contro Peretola (Leggi l’articolo). Biffoni è stato fischiato da alcuni cittadini che si sono recati in Comune per assistere al consiglio e qualcuno di loro gli ha anche consigliato di “dimettersi”. Ad un certo punto si è pure levato il coro: “Firma, firma”. Chiaro il riferimento alla firma da apporre al ricorso al Tar da presentare entro domani pomeriggio.
Durissimo l’intervento della consigliera di maggioranza, Roberta Lombardi (Pd) che ha detto di “essere vestita a lutto”. “Il sindaco non vuole presentare ricorso – ha detto – perchè si fida di gente senza credibilità e coerenza come Rossi. E si accontenta della minestra fredda e insipida che gli serviranno ai presenti tavoli. Il no alla pista è una battaglia di civiltà, non possiamo appoggiarci solo sul ricorso ai comitati. Voterò l’ordine del giorno dell’opposizione e quello del Pd, in cui si chiede il ricorso. Se non lo facciamo saremo lo zerbino di Firenze”.
In seguito ha preso la parola il capogruppo di Prato Libera e Sicura, Aldo Milone, che con un intervento durissimo invita Biffoni a presentare il ricorso. “Caro sindaco è il momento di mostrare gli attributi. Non sottostare a ricatti e minacce di chi ti dice di non presentare ricorso. Per definire questi atteggiamenti non ci sono altre parole che mafia”.
Non risparmia critiche a Biffoni nemmeno Silvia La Vita del Movimento 5 Stelle: “Credo che Biffoni più che dei tavoli sia preoccupato della sua carriera politica. Alla Lombardi consiglio di uscire dal Partito Democratico. La cosa grave è che il sindaco è venuto a mentire in consiglio comunale. Biffoni se non sei in grado di mantenere gli impegni presi allora dimettiti”.
La consigliera del Pd, Sanzò, sta dalla parte di Biffoni: “Io ho firmato ricorso Tar dei comitati – dice – ma chi ci dà la certezza di bloccare l’opera? Se qualcuno me la desse allora appoggerei subito l’ordine del giorno dell’opposizione. Ma visto che questa certezza non c’è, allora oggi mi sento di dare fiducia al sindaco”. Al termine del suo intervento la consigliera Sanzò è stata anche offesa da qualche cittadino presente in consiglio. Secondo il capogruppo Pd, Lorenzo Rocchi le offese non sono partite dai comitati ma da qualche “infiltrato”.
Luca Roti del Partito Democratico invita la maggioranza “a stringersi intorno al sindaco” e poi lancia una accusa nei confronti dei sindaci di Campi Bisenzio e Sesto Fiorentino: “Perchè non erano presenti al consiglio comunale straordinario convocato dal Comune di Prato? Questa è una forma di incoerenza rispetto al lavoro dei sindaci che li hanno preceduti”.
Un’altra adesione all’ordine del giorno dell’opposizione arriva dalla maggioranza. Marilena Garnier della Lista Biffoni annuncia il suo appoggio all’odg pro ricorso e a Biffoni domanda: “Sindaco non doveva essere un’altra storia?”.
Scoppia il caos all’intervento del consigliere Pd, Antonio Napolitano che si mette a discutere con una persona del pubblico e la invita ad andarsene. “Sindaco hai fatto bene a non presentare ricorso. Il tuo lavoro di questi giorni è stato straordinario”. Poi accusa il di essere “facinoroso e politicizzato” il pubblico presente e questi rispondono con fischi e il coro “buffone, buffone”.
Dopo i consiglieri, ha preso la parola il sindaco: “Ho preso la scelta di rischiare e di provare a discutere insieme a tutti gli altri sindaci, per seguire fino in fondo la strada della politica” – ha premesso Biffoni.
Più volte interrotto, di fronte ai fischi e alle domande dal pubblico sul ricorso da presentare al Tar, Biffoni ha detto: “Se posso, certo che non lo presento il ricorso”. Ancora fischi, urla e la presidente del Consiglio comunale Santi, nonostante il parere contrario del sindaco, decide di far allontanare il pubblico.
Restano soltanto una decina di persone, le più calme, a seguire la seduta dal pubblico, mentre le altre se ne vanno e si radunano in piazza del Comune, al grido di “fascisti”.
Il sindaco prosegue il suo discorso in un’Aula quasi deserta: “Credo di essere arrivato a un risultato importante: poter fare, assieme agli altri sindaci della Piana, da contraltare agli interessi di qualcun altro. Se non possiamo partecipare ai tavoli politici, si permette che altri prendano le scelte sulla testa della gente, senza possibilità di incidere. Ecco perchè siamo rimasti a schiena diritta, fino in fondo, perchè questo è il modo in cui la città riafferma la propria forza, indipendenza e autonomia e non ha paura di nessuno – dice Biffoni -. Non ho alcun tipo di timore a dire che forze enormi spingono in una direzione contraria. Ma le altre vie rendono deboli ogni scelta. Mi assumerò la responsablità di quello che succede. Se avessi pensato al mio interesse avrei fatto scelte diverse nella vita. Mi sono arrivate minacce da ogni dove in queste settimane. Io più di altri sono preoccupato a qiest’opera. Ma voglio portare fino in fondo la battaglia dove è giusto che sia combattuta, per provare a individuare percorsi migliori. Quello del ricorso peraltro è una strada già battuta che trova altri punti di riferimento in questa città. Su questo non è vero che la partita è finita. È tutta da giocare”.
Durante le dichiarazioni di voto, ha preso la parola Roberto Cenni: “Contro la delibera gara gas lei ha fatto ricorso amministrativo. I tribunali ci sono per esprimersi. La politica si è impegnata in questi mesi e anche il consigliere regionale Pd Mattei ha votato contro. C’è stata la possibilità di approfondire le questioni e partecipare al dibattito e anche lei da sindaco ha avuto sei mesi per farlo. Oggi c’è solo un atto utile: fare ricorso al Tar. Lei ha parlato di minacce. Le pressioni ci sono: sa quante ne ho avute io da sindaco per dare parere favorevole alla pista di Peretola? Ma soltanto presentare ricorso le darebbe la forza per dire che lei rappresenta tutta la città fino in fondo. E invece sembra che lei ceda a ricatti. Mi sembra impossibile che una giustificazione del genere – non presento il ricorso perchè partecipo a un tavolo – sia accettata. Non è possibile accettare di essere la periferia della periferia di Firenze. E se non si fa un nuovo ricorso, si rende vano quello precedente. Matteo, è un atto politico presentare questo ricorso: è la politica che ti impone di fare un atto del genere. È solo questa la risposta politica forte da dare. Con molto rammarico il tuo atteggiamento ci fa pensare che ci hai preso in giro in campagna elettorale. Matteo, hai un giortno di tempo, stanotte riflettici. C’è un’unica opportunità per farsi valere: quando l’istituzione regionale entra a gamba tesa con ingerenze su un territorio, questo territorio deve rispondere con atti istituzionali: il ricorso al Tar”.
Alla fine è stato approvato l’ordine del giorno del gruppo Pd e lista civica Biffoni, con 19 voti favorevoli e 12 contrari. Respinti i due ordini del giorno dell’opposizione.
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