24 Gennaio 2024

Omicidio Cini: dopo la convalida del fermo in carcere per il cognato, l’avvocato dell’accusato fa ricorso e chiede i domiciliari

Le indagini dei carabinieri intanto proseguono per chiarire ogni aspetto del delitto


L’avvocato Katia Dottore Giachino, che assiste Daniele Maiorino – il 58enne originario di Prato, arrestato per l’omicidio di Alessio Cini, cognato e vicino di casa – ha presentato il ricorso al tribunale del riesame di Firenze, dopo che il gip il 22 gennaio ne aveva convalidato il fermo in carcere.
Cini, anch’egli pratese, è stato trovato morto la mattina dell’8 gennaio davanti alla casa di Agliana, una palazzina trifamiliare nella quale vive anche il cognato.
L’avvocato, dopo l’interrogatorio di garanzia, nell’istanza presentata al riesame ha chiesto la scarcerazione del suo assistito e l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari.
Secondo gli inquirenti sarebbe stato Maiorino a colpire con una spranga in testa Cini, poi a infierendo più volte con calci al torace, prima di dargli fuoco quando, come ritenuto dall’autopsia, la vittima dell’aggressione, pur stordito ed incosciente, non era ancora morto.
A descrivere i vari momenti dell’aggressione, le modalità, l’immagine del sangue, l’abbruciamento sarebbe stato lo stesso Maiorino nei giorni successivi, parlando ad alta voce fra sé e sé all’interno della propria macchina, nella quale gli inquirenti avevano piazzato una cimice. Il soliloquio ha convinto gli inquirenti della colpevolezza di Maiorino, portando al fermo dell’uomo e alla successiva convalida.
Il delitto secondo gli inquirenti sarebbe stato causato da questioni economiche. Davanti al gip Maiorino ha professato la propria innocenza, respingendo l’accusa di aver assassinato il cognato.
Le indagini dei carabinieri intanto proseguono per chiarire ogni aspetto del delitto, mentre è ancora lontano il momento della restituzione della salma di Alessio Cini perché potrebbero essere necessari altri approfondimenti da parte del medico legale.