Il civatiano Luciano Modica si è fermato a 3 mila firme raccolte tra gli iscritti del partito e dunque non ci saranno le primarie per indicare il candidato governatore del Partito Democratico alle prossime elezioni Regionali. Enrico Rossi, presidente uscente, correrà per il secondo mandato.
Sono infatti scaduti ieri, 1 febbraio, i termini fissati dal Pd toscano per presentare eventuali candidature a Presidente di Regione corredate dalle firme previste dallo statuto (almeno 150 raccolte tra i circa 500 componenti dell’assemblea regionale o, in alternativa, la firma del 15% degli iscritti, cioè 9mila firme) alternative a quella di Enrico Rossi.
“Fin dall’inizio ho manifestato la mia idea che Enrico Rossi meritasse la ricandidatura per come ha lavorato in questi anni da presidente della Toscana, affrontando con impegno e misure innovative una legislatura peraltro resa difficile dalla crisi – dice il segretario regionale del Pd Dario Parrini -. Avevamo però deciso di garantire la massima apertura e la possibilità di presentarsi ad eventuali sfidanti. Oggi sono soddisfatto che Enrico Rossi sia ufficialmente e fin da ora il nostro candidato. Adesso, il partito, con le energie di tutti, dai dirigenti agli amministratori, come già abbiamo iniziato a fare nell’assemblea di gennaio, arriverà al programma definitivo di governo aprendo la consultazione agli elettori, con una grande apertura alla società civile”.
Luciano Modica, ex rettore dell’Università di Pisa ed ex sottosegretario all’università e ricerca nel secondo governo Prodi, definisce comunque straordinario il risultato ottenuto “Più di 3.000 iscritti del PD chiedono le primarie per il candidato alla presidenza della Toscana e vedono in queste il miglior antidoto alla deriva astensionistica già sperimentata in Emilia. Un risultato straordinario perché non era facile per gli iscritti esporsi contro la chiara volontà degli organi dirigenti. Eppure dovunque in Toscana se ne sono fatti avanti tanti, spesso più per reclamare le primarie come metodo e come strumento per un ampio e partecipato dibattito democratico che per sostenere la mia candidatura. Insieme a loro tanti elettori e simpatizzanti, mossi dalle stesse considerazioni anche se non era loro consentito di sottoscriverla. Le firme provengono da tutta la regione, dovunque ci sia stato modo di raccoglierle, anche se spiccano i risultati significativamente positivi di alcune città o province. Mi rimane un unico vero rammarico: un solo muro di silenzio non sono riuscito a sfondare, quello del presidente uscente. Metto a disposizione del PD tutto ciò. Metto a disposizione i punti cruciali più attesi di un programma di governo per la Toscana di domani, come li ho rilevati nei dibattiti. Metto a disposizione la certezza che tante persone che ho conosciuto in questa occasione possono e vogliono essere recuperate alla passione e all’azione politica. Sarebbe un peccato disperdere ancora una volta questo patrimonio”.
Commenti