E’ stato presentato ieri sera il nuovo Circolo sportivo del Partito Democratico, a Santa Lucia.
E’ il primo circolo tematico del PD dedicato allo sport, il primo esempio in Italia. L’idea nasce sin dalla campagna elettorale delle passate elezioni amministrative, quando, spiegano i rappresentanti del gruppo promotore, è stato evidente il peso che il mondo dello sport riveste nel tessuto cittadino. Ma sono stati evidenti anche i problemi con cui ogni giorno si scontra, in una città – Prato – arrivata ad essere tra le prime in Italia per impiantistica, per poi però veder marginalizzare il settore. Così, dopo un anno e mezzo di lavori, arriva il circolo: un luogo dove ascoltare e studiare problematiche e proposte, individuare dove c’è da agire per poi confrontarsi con l’Amministrazione, ma anche creare partecipazione e promuovere lo sport pratese in Toscana, magari anche oltre.
“Si parla di sport e tempo libero, ma è una definizione riduttiva. Lo sport è sociale, è salute, istruzione, sviluppo economico e turismo, cultura e integrazione. Basti pensare a quanto la Sanità risparmierebbe se un individuo facesse regolare attività, a quante persone si muovono per gli eventi, al peso che lo sport ha nei paesi anglosassoni in termini di formazione dei giovani. E’ un aspetto importantissimo, sotto tutti i punti di vista. Lo sport lo fanno le società, le federazioni; il circolo non fa lo sport, ma fa politica sportiva. Non deve infatti essere la politica che sta dentro lo sport, nelle federazioni, ma deve essere lo sport a stare dentro alla politica. Se ne deve parlare di più, bisogna occuparsene. A Prato abbiamo centinaia di associazioni, dobbiamo mettere tutti in condizione di fare sport in maniera eccellente. Dobbiamo dare forza, là dove questa forza c’è”. Così Luca Vannucci, consigliere comunale con delega allo sport, spiega il ruolo del neonato spazio. Gli fa eco il segretario provinciale Gabriele Bosi, che parla anche dell’apporto in termini di nuovi tesseramenti al partito che il circolo offre, sottolineando tuttavia che non vuole essere un luogo autoreferenziale, una mera questione politica, ma punto di partenza per arrivare a soluzioni concrete, magari entro fine mandato, e portare più Prato in Toscana.
Chiara Gori
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