“I problemi dei cinesi, almeno quelli che vivono a Prato, sono la quantità e la qualità di lavoro a cui si sottopongono: alcuni dei miei fedeli lavorano sino a diciotto ore al giorno. Se ne avrò la possibilità chiederò a papa Francesco di pregare per loro”. Il frate cinese che ha pronunciato queste parole, Padre Paolo Hou, avrà la possibilità di chiedere davvero questa preghiera al pontefice: il prelato, infatti, sarà uno dei cinquanta delegati della società pratese che avranno la possibilità di incontrare il papa sul sagrato del Duomo, martedì mattina. “Per i fedeli della comunità cinese di cattolici – spiega il prete – possiamo organizzare una sola messa a settimana, la domenica alle 15.30. In tutto il resto della settimana sono molto impegnati con il lavoro e quella funzione, a volte, è l’unico momento possibile per loro per incontrarsi fuori dalle fabbriche”. Padre Hou fa parte della comunità mista, formata da due frati italiani e due frati cinesi (tutti francescani) che guida la parrocchia pratese dell’Ascensione al Pino, in via Galcianese. Da quindici anni quella chiesa è sede della cappellania cattolica cinese in città e ovviamente è punto di riferimento, per quella confessione, tra la comunità cinese di Prato, che è la più densa d’Europa (dove, cioè è maggiore il rapporto fra immigrati cinesi e residenti locali). Padre Hou non parla ancora italiano, eccezion fatta per i testi della messa, dato che il suo background è in Cina e nelle Filippine, dove ha potuto studiare l’inglese. Dallo scorso settembre è stato stabilito che venisse a Prato, dove è già entrato in contatto con la comunità di connazionali. “I cinesi cattolici che stabilmente frequentano la parrocchia – ha spiegato – sono un centinaio”. (ANSA)