Al centro ci sono punti come i controlli interforze nelle aziende; il contrasto al lavoro nero, la certificazione etica delle filiere produttive, la tracciabilità dei prodotti, ma anche un contrasto al fenomeno dei Money Transfer e interventi sulla sicurezza sul lavoro da finanziare con i proventi derivanti dalle sanzioni alle irregolarità.
La risoluzione sulla contraffazione nel settore tessile pratese, votata ieri all’unanimità dalla relativa commissione parlamentare di inchiesta, è il risultato di un anno di lavoro, con verifiche sul campo e confronti con le istituzioni locali, ed è pronta a fare da base per un disegno di legge a cui la stessa commissione si accinge a lavorare. Almeno da quanto annuncia la relatrice dell’indagine, il capogruppo PD in Commissione, Susanna Cenni.
Cenni sottolinea anche il rinnovato impegno, nonostante i veti di Bruxelles, sul tema del Made In, affinché il Governo porti a casa un risultato su questo punto molto sentito dal distretto pratese
“Non ci arrendiamo – ribadisce Cenni – anche se durante il semestre italiano in Europa non siamo riusciti a sbloccare le posizioni contrarie: un paio di mesi fa abbiamo avuto in audizione il sottosegretario Sandro Gozi e mi pare che anche il Governo voglia continuare in quella direzione. Certo, dobbiamo lavorare su nuove alleanze e cercare nuove strade”.
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