“Plaudiamo all’intervento, ma è palese che il controllo ha trovato qualcosa che non cercava. Ebbene, ribadiamo: ci sono al massimo una decina di aziende delle stesse dimensioni e della stessa tipologia, che operano nello stesso modo, nelle quali magari non si dorme all’interno degli annessi, ma in appartamenti appositi e distinti, con buona parte di lavoro nero, anche se non clandestino”. Così la Filctem Cgil, interviene dopo il controllo della Guardia di Finanza, che nell’avviare un accertamento fiscale nei confronti della tintoria Superlativa, rilevata 5 anni fa da imprenditori cinesi, ha scoperto 21 lavoratori orientali a nero e clandestini.
Il segretario della Filctem Cgil Massimiliano Brezzo, che da tempo denucia la concorrenza sleale dei cinesi a Prato nel settore delle tintorie, torna a chiedere controlli maggiori e mirati proprio in questo comparto essenziale della filiera tessile.
“Apprendiamo che il controllo della tintoria Superlativa ha fatto emergere che nelle tintorie di Prato si lavora con le stesse modalità con le quali si lavora nelle confezioni – afferma il sindacalista -. Questa non può essere considerata certo una sorpresa, bensì una conferma della fondatezza delle nostre numerose denunce”.
“Queste aziende – continua Brezzo – sono il motore produttivo del sistema illegale che sta sostituendo il distretto tessile pratese. Vanno controllate in maniera efficace, ricercando il lavoro nero, con squadre interforze e negli orari notturni e festivi. Aspettiamo fiduciosi anche questi interventi”.
Il segretario della Filctem, forte di una sentenza favorevole relativa ad una causa di lavoro che riguarda altre aziende, si spinge oltre e chiede che anche i committenti italiani possano essere chiamati a rispondere di eventuali ritardi nelle retribuzioni o nei versamenti di contributi.
“Il controllo di oggi propone una riflessione: la Superlativa ha lavorato anche per committenti italiani? Con quali tariffe? È in ritardo con le retribuzioni e i contributi Inps? Se così fosse – prosegue Brezzo – ci sarebbero le condizioni, da parte dell’Inps, per richiedere il versamento dei contributi ai committenti, applicando la legge sulla responsabilità solidale. Vincendo una causa abbiamo affermato un principio, ma il vero effetto deterrente può esserci soltanto con un intervento sistematico da parte dell’Inps”.
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