I pm Luca Turco e Giuseppina Mione hanno chiesto la condanna a due anni e sei mesi per l’ex patron della Btp, Riccardo Fusi, e gli allora vertici del Consorzio Etruria, l’ad Massimo Pagnini e il presidente Armando Vanni, nell’ambito del processo sulla cosiddetta ‘bretella fantasma’, il collegamento autostradale Lastra a Signa-Prato finanziato con 28,9 milioni dalla Regione Toscana, nel 2006, e mai costruito. Gli stessi pm hanno chiesto anche la confisca agli imputati della cifra equivalente. Per loro l’accusa era malversazione a danno dello Stato. Un’accusa respinta dai difensori dei tre imputati (gli avvocati Sandro Traversi, Sara Gennai, Neri Pinucci e Pier Matteo Lucibello) che hanno chiesto l’assoluzione con formula piena dei loro assistiti e la condanna della Regione Toscana, che si è costituita parte civile, al pagamento delle spese processuali. Secondo l’accusa, la parte dei 29 milioni destinata a Btp (14,5 milioni) e Consorzio Etruria (7,2 milioni) venne impiegata “per finalità non ricollegabili al project financing” che si era aggiudicato la Sit, la società di cui Btp ed Etruria facevano parte. Il giudice Francesco Maradei, ha fissato una nuova udienza, venerdì 15 luglio, per le eventuali repliche al termine delle quali dovrebbe ritirarsi in camera di consiglio per la sentenza.