Oltre 120 risparmiatori pratesi hanno partecipato oggi pomeriggio all’assemblea organizzata da Federconsumatori per fare il punto sulle azioni legali intraprese contro Banca Popolare di Vicenza. L’associazione, che a Prato riunisce circa 250 soci BpVi, ha respinto al mittente l’ipotesi di una conciliazione che la Banca aveva avviato mettendo sul piatto una proposta di rimborso nell’ordine del 10-15%. I risparmiatori, nel caso tipico della sottoscrizione del pacchetto minimo di 100 azioni, avrebbero in tal caso recuperato soltanto poche centinaia di euro rispetto ai 6.250 euro perduti nella svalutazione delle quote.
Gli avvocati di Federconsumatori hanno prospettato le prossime azioni legali, dopo la messa in mora della Banca sottoscritta da ciascun socio. Due le cattive notizie: non sarà possibile azionare la class action e il Tribunale competente per le cause civili, come mostrato da alcune sentenze pilota, è il Tribunale delle imprese di Venezia. Lì le associazioni di consumatori avanzeranno istanza di mediazione, un passaggio obbligato, prima di avviare la causa civile.
Una via più breve, che in qualche caso su scala nazionale ha già dato ragione ai soci della BpVi, è il ricorso al giurì bancario, una sorta di arbitrato al quale si può però accedere soltanto se non sono trascorsi due anni dalla sottoscrizione delle azioni, poi rivelatesi carta straccia.
Anche coloro che hanno fatto denuncia penale per truffa, una ventina i casi a Prato, saranno con ogni probabilità dirottati a Vicenza nell’ambito del procedimento avviato dalla magistratura berica, che riunirà – per competenza – il fascicolo pratese.
Federconsumatori ha segnalato che ad alcuni risparmiatori, la Banca Popolare di Vicenza ha prospettato un piccolo rimborso. “Occorre prendere la documentazione e portarla ai nostri uffici prima di firmare: potrebbero essere presenti clausole che vincolano il cliente a desistere da ogni azione legale. In tal caso più che un acconto si sarebbe di fronte ad una transazione tombale” hanno spiegato i referenti di Federconsumatori.
La rabbia dei risparmiatori
Tanta la rabbia dei risparmiatori: c’è chi è stato costretto a comprare azioni e diventare socio contestualmente alla concessione di un mutuo o di un finanziamento. Chi ha sottoscritto obbligazioni convertibili, che sono poi state tramutate in azioni. E ci sono anche persone anziane che hanno comprato pacchetti importanti di azioni, convinte di aver fatto un investimento sicuro.
La maggior parte delle persone ha perso seimila euro e chiede a Federconsumatori i costi dell’azione legale, per valutarne l’opportunità: “Non si vuole passare per bischeri due volte” esclama una signora. C’è chi chiede se può smettere di pagare le rate del finanziamento collegato all’acquisto di azioni della Banca, e viene dissuaso dai legali dell’associazione e chi segnala la beffa: “Mi sono rimaste azioni per undici euro sul conto corrente ma non posso chiuderlo perchè l’altra banca su cui voglio trasferire i rapporti mi dice che non tratta questo titolo”. “Ci sono molti istituti di credito che invece ammettono questa operazione” rassicura Federconsumatori.
Le buonuscite dei manager
In tanti puntano il dito contro Zonin e gli ex amministratori, contro i quali proprio ieri l’assemblea della Banca Popolare di Vicenza ha deliberato l’avvio dell’azione di responsabilità finalizzata al risarcimento danni.
Nel mirino dei risparmiatori anche le buonuscite dei manager: lo stesso amministratore delegato Francesco Iorio, arrivato un anno e mezzo fa per risanare la Banca e dimessosi nei giorni scorsi, riceverà 1,5 milioni lordi: ovvero 12 mesi di preavviso. Iorio ha rinunciato all’indennità suppletiva di 1 milione di euro, ottenendo in cambio di poter venir meno all’impegno di non concorrenza: potrà così assumere incarichi manageriali per altre banche.
Il nuovo amministratore delegato Fabrizio Viola guadagnerà invece 700 mila euro annui lordi, uno stipendio a cui si aggiungerà il trattamento economico riconosciuto da Veneto Banca, istituto con cui BpVi ha in atto un processo di aggregazione.
D.Z.
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