16 Gennaio 2017

Confindustria: bilanci positivi per le aziende del distretto. Aumentano i ricavi, ma non per tutti


Nel 2015 le società di capitali tessili, abbigliamento e meccanotessili del distretto pratese hanno proseguito lungo il sentiero di recupero dei ricavi in aggregato ma con un passo più lento rispetto a quello registrato nel 2014 (+1,26% contro 5,23%) e con risultati settoriali non omogenei. Parallelamente i costi esterni (consumi, servizi, locazioni) e quelli relativi al personale hanno presentato una dinamica inferiore rispetto ai ricavi. E’ quanto emerge dall’analisi presentata dal Centro Studi di Confindustria Toscana Nord, che ha passato al vaglio 25mila bilanci di aziende manifatturiere di Lucca, Pistoia e Prato, studiandone i comportamenti economici nel decennio 2005-2015.

Tornando a Prato, sono state prese in esame ben 920 società, tutte attive. Per loro, la crisi non è ancora alle spalle ma i segnali positivi non mancano. I due fattori – recupero dei ricavi e contrazione di alcune fondamentali voci di costo – hanno infatti concorso al miglioramento della marginalità operativa lorda (MOL) delle vendite: il 6,76% del 2015 non è soltanto decisamente più alto del 4,56% dell’annus horribilis 2009, ma anche di tutti gli altri anni del decennio dal 2005 in poi. In miglioramento anche il ROA (return on assets), al 5,28% rispetto al 4,99% del 2014 e ai valori ancora più bassi degli anni precedenti.

In dettaglio, il progresso più rilevante dei ricavi è venuto dal meccanotessile con un +9,46%. Tra i produttori tessili (+2,3% in aggregato rispetto al 2014) si sono distinti ancora una volta i produttori di filati con una variazione (+4,4%) più significativa di quella dei tessuti speciali e per arredamento (+2,1%) e dei produttori di tessuti (+1,5%). I ricavi dei terzisti tessili sono risultati in leggera contrazione (-1,15%), alla quale ha fatto però riscontro una dinamica di costi esterni in più spiccata flessione (-2,49%). In calo (-1,40%) anche i ricavi delle società di capitali del settore dell’abbigliamento complessivamente inteso (confezioni, maglieria, accessori) con gli accessori che hanno registrato comunque un ulteriore progresso (+4,9% sul 2014 e + 125% rispetto al 2005).

Il ROE (return on equity, risultato netto su patrimonio netto) si è portato dal 6,55% del 2014 al 7,1% del 2015 (-0,39% nel 2009 e 3,43% nel 2005): un buon risultato scaturito da un lato dall’ulteriore contrazione del costo dell’indebitamento, dall’altro dalla moderata dinamica delle imposte la cui incidenza sul fatturato non ha subito sostanziali incrementi (da 1,62% a 1,622%).

Per quanto riguarda i comparti la miglior performance reddituale viene messa a segno dagli accessori con un ROE, che pur in flessione rispetto agli anni precedenti, si assesta su un ancora rimarchevole 16,55%. Seguono: i produttori di filati al 10,29%, il meccanotessile al 9,83%, i maglifici al 9,18%, i produttori di tessuto al 7,49%, i confezionisti al 6,81%, i tessuti speciali e per arredamento al 6,79%. Le ultime due posizioni in classifica vanno alle filature cardate c/t (ma è da ricordare che in questo comparto la presenza di società di capitale è ridotta) con un ROE al 5,17% e alla nobilitazione con un 2,15% (in questo comparto la redditività netta è stata negativa dal 2007 fino al 2012).
E’ infine proseguito il rafforzamento patrimoniale iniziato negli anni successivi al 2010, in coincidenza con la stretta verificatasi sul fronte del credito. In presenza di una crescita media degli attivi (cioè degli investimenti) pari al 2,5% nel 2015 (+11,9% rispetto al 2010), il patrimonio netto è cresciuto del 4,41% (+21,4% rispetto al 2010) e l’autonomia finanziaria si è quindi portata al 36,4% rispetto al 36,2% del 2014 (34,2% del 2010).

Andrea Cavicchi, presidente di Confindustria Toscana Nord, chiede a Comune e Provincia di esercitare una pressione maggiore con la Regione per salvaguardare le imprese e consentire loro di restare competitive sul mercato (di recente, ha fatto discutere il rincaro dei canoni idrici, aumentati fino a 10 volte rispetto al passato). Riguardo ai risultati, il presidente Cavicchi commenta: “I dati dei bilanci confermano progressi per tutti e tre i territori di Confindustria Toscana Nord. Le conseguenze della doppia recessione del 2008/2009 e 2011/2012 sono in via di smaltimento anche sotto il profilo della redditività anche se, da questo punto di vista, il recupero appare più rapido nel distretto pratese dove i fenomeni di crisi, come noto, sono iniziati ben prima. In particolare per Prato i dati dei bilanci 2015 confermano che il distretto è vivo, che negli anni successivi al 2009 ha intrapreso un percorso di recupero sia del fatturato che della redditività operativa e netta e che gli imprenditori stanno sostenendo questo percorso con l’immissione di mezzi patrimoniali. In questo contesto l’interesse che gruppi esterni stanno rivolgendo al sistema pratese per operazioni di acquisizione non stupisce. Dall’indagine emerge anche la condizione di maggior debolezza reddituale che continua a interessare alcuni comparti del conto terzi, con in testa la nobilitazione ma anche le filature cardate e questo ci ricorda la necessità di rivolgere la nostra attenzione alle condizioni della filiera. In generale il percorso di recupero del distretto ci invita a spingere sull’acceleratore delle politiche di sostegno al sistema locale”.

Inevitabile il riferimento alla protesta del settore tessile-moda per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro: il comparto è sceso in piazza, la scorsa settimana, durante l’ultima giornata di Pitti Uomo per far sentire la propria voce. Cavicchi ribadisce la piena adesione dell’associazione alla linea portata avanti da SMI-Sistema Moda Italia nelle trattative.

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments