Ancora gravi disordini nel carcere della Dogaia, dove ieri pomeriggio è andata in scena l’ennesima protesta da parte dei detenuti. A segnalarlo è il coordinatore della Uilpa di Prato Massimo Lavermicocca: “Verso le ore 13, la popolazione ristretta nella terza sezione del reparto media sicurezza (con circa 70 detenuti) ha deciso di barricarsi e numerosi soggetti si sono auto lesionati. Tutto il personale armato di tanta pazienza e gran senso del dovere ha cercato e ottenuto di riportare la situazione alla normalità senza che nessuno si facesse male, visto che numerosi detenuti erano in un forte stato di agitazione”.
Proteste da parte di singoli detenuti si sono registrati in altre due sezioni dello stesso reparto.
“Inutili sono stati gli interventi mediativi da parte di direttore, comandante di reparto, ispettore di sorveglianza generale e dei preposti – aggiunge Sandro Malucchi, segretario della Funzione Pubblica Cgil di Prato -. Dopo l’intervento da parte del personale di Polizia Penitenziaria in servizio e non, con agenti trattenuti in servizio anche 4/5 ore dopo l’orario di fine turno previsto, la situazione rientrava. Le ragioni che hanno determinato questa protesta non sono ancora chiare ma una parte di detenuti autori della rivolta in questione sono già noti per azioni di autolesionismo, aggressioni al personale e agli altri detenuti”.
“Tutto il personale che aveva iniziato il proprio turno di lavoro alle ore 6 del mattino è riuscito, per fortuna questa volta senza conseguenze a tornare a casa alle ore 20 e molti di loro rientrando poi per il turno notturno da mezzanotte alle sei” – aggiunge Lavermicocca, che sottolinea come al penitenziario pratese, dopo l’attuazione delle misure della sorveglianza a celle aperte per gli effetti della sentenza Torreggiani, le misure sono ormai inadeguate a fronteggiare una popolazione detenuta di circa 670 persone, in costante crescita.
“Nelle sezioni detentive sono aumentati gli episodi di violenza – afferma Lavermicocca -. Di questi il 70% risulta essere di popolazione extracomunitaria, con notevole difficoltà di adattamento di culture diverse”. Il personale di polizia penitenziaria è carente: gli agenti sono 230 agenti a fronte dei 345 previsti con una scopertura di 125 uomini.
La UIL Polizia Penitenziaria chiede di intervenire con urgenza per ridurre la presenza dei detenuti nell’Istituto, in quanto il personale, oltre ad essere “abbandonato a se stesso” appare stanco è demotivato, per la mancanza di provvedimenti incisivi e sanzionatori verso la popolazione detenuta”. L’appello è rivolto a tutte le istituzioni locali, regionali centrali, perché “si intervenga in modo radicale e ripristinare le normali condizioni di lavoro”.
La Cgil chiede l’avvicendamento dei vertici del carcere
Più esplicita la presa di posizione della Funzione Pubblica della Cgil, che per voce del segretario Sandro Malucchi chiede l’avvicendamento dei vertici della Dogaia. “Quanto accaduto ieri rappresenta un quadro abbastanza inquietante e molto delicato che si protrae da tempo e che dovrà far necessariamente meditare l’Amministrazione su una presa di posizione forte a tutela della sicurezza dell’Istituto ma anche al fine di tutelare l’incolumità fisica e personale di tutti gli agenti che montano quotidianamente in servizio presso i reparti. Il personale è letteralmente stufo di espletare il proprio mandato in condizioni precarie, con posti di servizio scoperti, con gravosi carichi di lavoro e di responsabilità. Cosi, si dimostra e si conferma la mancanza di una posizione per affrontare e risolvere con serietà e responsabilità un’emergenza come successo ieri pomeriggio nella circondariale di Prato. Vista la totale assenza di provvedimenti la polizia penitenziaria di Prato metterà in atto ulteriori forme di protesta e chiede l’avvicendamento dei vertici”.
A settembre un consiglio comunale straordinario sulle condizioni della Dogaia
Sulla rivolta alla Dogaia interviene anche il vicesindaco Faggi: “Le notizie dei disordini avvenuti ieri all’interno del carcere della Dogaia sono preoccupanti e sono la spia di una situazione critica. La condizione di sovraffollamento desta preoccupazione perché mette a rischio la sicurezza dei lavoratori penitenziari e non è rispettosa nemmeno dei diritti dei carcerati”.
Proprio nelle scorse settimane, in occasione della visita della commissione Sanità, il vicesindaco Faggi e il consigliere regionale Nicola Ciolini avevano messo in rilievo il problema del sovraffollamento, riconoscendo allo stesso tempo il “grande lavoro che la struttura carceraria e i lavoratori del carcere fanno ogni giorno per garantire le migliori condizioni di vivibilità”.
Come annunciato dalla presidente del Consiglio comunale, Ilaria Santi, entro il mese di settembre si svolgerà una seduta straordinaria del Consiglio per discutere della situazione e chiedere al governo un intervento appropriato. La data del Consiglio sarà fissata nei prossimi giorni, dopo la riunione della Conferenza dei capigruppo.