4 Settembre 2017

Benjamin Clementine, quando la musica diventa poesia. In piazza Duomo risuonano anche le note di “Caruso” FOTO


La musica che diventa poesia, la poesia che si trasforma in incanto. La voce di Benjamin Clementine rapisce, avvolge, conforta e tocca le corde più profonde nella quinta serata di concerti del festival del Settembre. Da artista di strada, nella metro di Parigi, a star di successo consacrata dalla critica internazionale: la sua storia personale – di figlio di immigrati, trapiantati a Londra – parla di riscatto, speranza e solitudine. Una solitudine che solo le note, prima della fama, sapevano colmare.

Sarà per questo percorso travagliato e fatto di ostacoli che i suoi 29 anni sembrano molti di più, che il suo viso e il suo timbro rispecchiano una maturità e una consapevolezza assai superiore all’età anagrafica. Eppure Benjamin si concede anche al pubblico, scherza con i fan, li rende partecipi. Toccanti le sue interpretazioni di “Nel blu, dipinto di blu” al pianoforte, fino alla struggente “Caruso” di Lucio Dalla.

E poi un tuffo attraverso i brani che l’hanno consacrato stella nascente, tratti dal suo ultimo disco “At least for now”. In un live che sa davvero di magia.

Domani sera il festival prosegue con la musica della Camerata Strumentale Città di Prato per il tradizionale concerto aperto alla città.

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