Una scuola “precaria”: è l’impressione che si ha quando si guardi a docenti, personale Ata, dirigenza scolastica. Delle 324 cattedre delle scuole di ogni ordine e grado nella provincia di Prato, soltanto 152 sono state assegnate ad insegnanti di ruolo: le restanti 172, circa il 50% quindi, verranno ricoperte nel giro di una settimana (quindi a scuola già iniziata) da precari. La buona notizia di quest’anno scolastico è che gli incarichi saranno per lo meno annuali, con tutti i benefici che ne derivano alla didattica. La cattiva è che continuano a mancare insegnanti di sostegno: ci vorranno ancora due anni per avere personale specializzato. Fino ad allora si pesca tra chi ha fatto “studi affini”:
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Prato ha poi un problema con i presidi: ogni dirigente nella nostra provincia, oltre alla propria scuola, ha la reggenza per lo meno di un altro Istituto, non essendoci concorsi per la dirigenza dal 2012. Presidi che devono avere il dono dell’ubiquità, così come i collaboratori scolastici, le cui graduatorie si apriranno il 30 settembre. In pochi anche gli amministrativi e se uno di loro si ammala non può essere sostituito a meno che l’organico non ricada sotto la soglia minima numerica: peccato che proprio agli amministrativi tocchi ora sbrogliare la matassa dell’obbligatorietà dei vaccini come requisito d’iscrizione a scuola.
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Lucrezia Sandri