16 Novembre 2017

Chianti Banca cambia rotta e passa alla holding nazionale delle Bcc. Il presidente Iacopozzi scrive ai dipendenti


Una lettera a tutti i dipendenti per spiegare i motivi di una scelta. Il presidente di Chianti banca Cristiano Iacopozzi  ha deciso di mettere nero su bianco con una missiva inviata ai quattrocentocinquanta dipendenti i motivi per cui il Cda dell’Istituto di Credito ha deciso di cambiare binario, spostando la scelta della holding dalla trentina Cassa Centrale a Iccrea, lo storico gruppo nazionale romano delle Bcc. Un cambio per il quale si è resa necessaria un’assemblea dei soci (oltre 26mila quelli di ChiantiBanca), che domenica 10 dicembre saranno chiamati a dare il loro parere al Mandela Forum di Firenze. Poi, nel 2018, a pari di tutte le Bcc, in seguito alla costituzioni ufficiale dei gruppi bancari, servirà un’assemblea straordinaria.
Due pagine e mezzo che iniziano con un concetto più volte espresso dal presidente: “Avremmo preferito la nascita di un solo gruppo bancario cooperativo, capace di mettere insieme tutte le esperienze e le risorse del credito cooperativo e di valorizzare a beneficio di tutte le migliori professionalità esistenti nelle attuali strutture di servizio”. “Abbiamo dovuto prendere atto con dispiacere – rimarca – che chi attualmente guida la componente che fa riferimento a Cassa Centrale Banca ha assunto la responsabilità di rifiutare una prospettiva unitaria”.

Sul tema della migliore concorrenzialità di una ChiantiBanca con Cassa Centrale, unica in Toscana insieme a Castagneto Carducci, a fronte di una ChiantiBanca nel “gruppone” toscano pro Iccrea, la riflessione di Iacopozzi è articolata su vari livelli .

Primo: “Studi recenti hanno dimostrato che la concorrennza fra Bcc, le quali hanno una clientela simile, indebolisce gravemente le Bcc coinvolte e in misura più incisiva la Bcc “entrante”. Non è quindi scontato, anzi, che ChiantiBanca da sola contro il resto del sistema cooperativo regionale possa riuscire ad ottenere risultati migliori rispetto a quelli che otterrebbe, invece, operando in sinergia con altre consorelle”.

Secondo, per quanto riguarda proprio i dipendenti, “Iccrea Banca – sottolinea Iacopozzi – ha espressamente dichiarato e formalizzato che non appartiene affatto ai suoi orizzonti programmatici una politica di chiusura di sportelli basata sul criterio meccanico della reciproca distanza geografica (come qualcuno ha insinuato per ragioni di propaganda); per tutti gli sportelli delle banche appartenenti al gruppo (come del resto dovrebbe avvenire in qualsiasi gruppo, laddove vi siano contiguità geografiche) dovrà essere esclusivamente verificata e perseguita la autonoma sostenibilità e con la massima attenzione alla salvaguardia dei posti di lavoro ed alla valorizzazione delle professionalità”.

Tornando al tema più strettamente bancario, Iacopozzi scrive ai dipendenti che “Iccrea Banca possiede già oggi tutti i requisiti operativi e di capitale richiesti dalla normativa per assumere con efficacia il suo ruolo di capogruppo. Sotto il profilo organizzativo vanta una profonda esperienza nella gestione delle logiche di gruppo, che richiedono un delicato contemperamento di interessi diversi e una maggiore consuetudine di rapporti con la vigilanza europea”. “La preferenza per il gruppo bancario Iccrea – prosegue il presidente Iacopozzi nella sua lettera ai dipendenti – riflette valutazioni di maggiore sicurezza, sia nel breve che nel medio e lungo periodo: solo in termini comparativi, in base ai dati al 31 dicembre 2016 e alle scelte effettuate dalle singole Bcc, si stima che il Cet 1 Ratio dei due gruppi cooperativi si posizionerà sopra il 15%, in presenza però di un valore dell’attivo di Iccrea pari a circa il doppio di quello del gruppo alternativo (si stima nell’ordine di 148 contro 77 miliardi) e di una dotazione patrimoniale a sua volta nettamente superiore (12 contro 7 miliardi)”.

Sulla questione del sistema informatico, Iacopozzi ribadisce che “Iccrea utilizza già oggi infrastrutture tecnologiche che consentono il dialogo con sistemi informatici diversi, e promette di migliorare e approfondire il predetto dialogo, rendendo possibile rispettare le scelte contrattuali già operate in materia dalle banche affiliate (Phoenix Informartica Bancaria nel caso di ChiantiBanca)”.