17 Gennaio 2018

Diabete, cinesi ad alto rischio: a Prato un progetto pilota europeo


Un piano di ricerca e d’azione unico in Europa quello reso operativo a Prato, da questa mattina, dal dipartimento di medicina sperimentale e clinica dell’Università di Firenze con il sostegno della Regione Toscana e la stretta collaborazione dell’Associazione d’amicizia dei cinesi e dell’Opera Santa Rita, partner operativo dell’Università. Nella sede del servizio sociale dell’Associazione d’amicizia, in via Fabio Filzi, da oggi – e sempre nelle mattine di lunedì, mercoledì e venerdì – è attivo un presidio per il prelievo del sangue e la misurazione della pressione. Presenti stamani il professor Pietro Amedeo Modesti del dipartimento di Medicina sperimentale clinica dell’Università di Firenze, il presidente dell’Associazione d’amicizia Xu Qiulin (Giulin), trai primi a sottoporsi al monitoraggio, e il presidente dell’Opera Santa Rita, Roberto Macrì.
La Cina è in questo momento il paese con il più alto numero di diabetici al mondo (circa il 12% della popolazione). Da una ricerca condotta a partire dal 2014 sulla comunità cinese di Prato dal professor Modesti, in collaborazione con il Consolato e l’Associazione di amicizia, è risultato che nella fascia di età compresa tra i 35 e i 59 anni la prevalenza di diabete è del 14% (a fronte del 7% della popolazione italiana). Il motivo è presto detto: negli ultimi trent’anni c’è stato un veloce e consistente cambio dello stile di vita e dell’alimentazione che coinvolge i residenti in Cina ma anche gli emigrati.
L’iniziativa, che proseguirà per un anno, ha un duplice obiettivo: contrastare l’insorgenza del diabete e curarlo, prevenendo fenomeni gravissimi come ictus, infarto e insufficienza renale, ma anche evitare i costi sociali e sanitari altissimi che in futuro potrebbe scaricare sul servizio sanitario nazionale questo fenomeno. “L’Associazione d’amicizia, oltre a mettere a disposizione la sua sede, sta facendo una forte azione di informazione e sensibilizzazione”, spiega Giulin. Il professor Modesti lavora da tempo al progetto che adesso è entrato nella fase operativa. “La collaborazione della comunità cinese ha reso possibile la ricerca e successivamente l’attivazione del percorso di prevenzione – spiega – I soggetti affetti da questa patologia spesso non hanno sintomi, la diagnosi precoce è quindi fondamentale. Con la cura si possono evitare ictus e infarto”.
L’Opera Santa Rita collabora con l’università e svolge il ruolo di braccio operativo. “E’ da sottolineare – mette in evidenza il presidente Roberto Macrì – che investire nella prevenzione ha una valenza davvero rilevante, si prevengono patologie altamente invalidanti e molto costose per le persone e per la comunità”.